Benjamin Constant: differenze tra le versioni

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== La teoria costituzionale ==
La teoria politica di Benjamin Constant è profondamente radicata al contesto storico-politico in cui nasce e si evolve; per questo è influenzata dalle opzioni che l'hanno preceduta e che hanno mutato la riflessione filosofica e politica tra XVII e XIX secolo: il [[Leviatano (Hobbes)|Leviatano]] di [[Thomas Hobbes]], ovvero l'ingresso degli interessi individuali nel gioco istituzionale, pianificabile e prevedibile in senso meccanicistico fino all'ultimo particolare; l'ambiente anglosassone, il suo sistema “misto” basato sul confronto-scontro (''balance'') tra i poteri e i ceti, attraverso i diversi organi che li rappresentano, senza una carta costituzionale che ne chiarisca i meccanismi istituzionali; infine, l'ambiente intellettuale francese a cavallo dei due secoli che fa della razionalità la caratteristica principale del sistema politico fondato sullo strumento costituzionale, utile a limitare, separare e regolamentare ogni singolo aspetto del potere. <ref>{{Cita libro|autore=Mauro Barberis|titolo=Benjamin Constant. Rivoluzione, costituzione, progresso|anno=1988|editore=Il Mulino|città=Bologna|p=|pp=90-139|ISBN=}}</ref>
 
Nell'intreccio di queste correnti di pensiero, si pone la serie di eventi rivoluzionari che caratterizzano il passaggio tra i due secoli in tutto il continente europeo a partire dalla [[Rivoluzione francese|Rivoluzione Francese]]; in questo contesto così ricco di mutamenti si può definire il costituzionalismo in almeno due modi diversi: come la stesura delle diverse carte costituzionali utili al chiarimento di un nuovo assetto dei poteri (processo storico che caratterizzerà tutto il XIX secolo); in un senso invece più ampio si parla del “costituire” uno Stato realmente nuovo da parte della ''nation'', la società, il nuovo soggetto politico in formazione, salito alla ribalta alla fine XVIII secolo.