Relativismo: differenze tra le versioni

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Le posizioni contro il relativismo sono sancite nella costituzione ''[[Gaudium et Spes]]'', in alcune encicliche di [[papa Giovanni Paolo II]] (tra cui ''[[Fides et Ratio]]'' e ''[[Veritatis Splendor]]''), e in alcune note dottrinali della [[Congregazione per la dottrina della fede]] dove si legge: «[il] relativismo culturale [..] offre evidenti segni di sé nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della [[legge morale naturale]]. A seguito di questa tendenza non è inusuale, purtroppo, riscontrare in dichiarazioni pubbliche affermazioni in cui si sostiene che tale pluralismo etico è la condizione per la [[democrazia]]».<ref>{{Cita testo|autore=Congregazione per la Dottrina della Fede| wkautore=Congregazione per la Dottrina della Fede|titolo=Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica|url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20021124_politica_it.html|altri= § II,2|dataoriginale=24 novembre 2002|accesso=19 febbraio 2009}}</ref>
 
Il 1718 aprile [[2005]] l'allora cardinale [[Benedetto XVI|Ratzinger]] affermava in un'omelia sul relativismo:
{{Citazione|Si va costituendo una dittatura del ''relativismo'' che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo.<ref>Papa Benedetto XVI (allora cardinale Joseph Ratzinger), [http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_it.html Omelia per la Missa pro eligendo romano pontifice]</ref>}}