Ettore Tolomei: differenze tra le versioni
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{{Citazione|Egli creò l'Alto Adige. Lo creò nel suo concetto geografico attuale, lo impose alla coscienza storica della Nazione attraverso trent'anni di lavoro.|''L'[[Illustrazione Italiana]]'', 29 aprile 1923}}
Le proposte nazionaliste di Tolomei erano fortemente osteggiate e criticate da alcuni esponenti dell'Italia liberale, rappresentati nell'immediato dopoguerra soprattutto dal governatore [[Luigi Credaro]]. Solo con l'avvento del fascismo riuscì a far prevalere le sue opinioni, funzionali al programma sistematico di [[italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]] del regime.
Già [[Gaetano Salvemini]], in un suo pamphlet polemico scritto durante l'esilio in Francia, lo definì “il boia del Tirolo […] l'uomo che escogitò gli strumenti più raffinati per tormentare le minoranze nazionali in Italia. I suoi ammiratori gli attribuiscono il merito di aver ‘creato' l'Alto Adige e lui accetta senza riserve quella gloria.”<ref>Gaetano Salvemini, ''Mussolini diplomatico (1922-1932)'', Parigi, Éditions Contemporaines, 1932 (La Pleiade, III); rist. Bari, Laterza, 1952.</ref>
Lo storico [[Claus Gatterer]], nella sua monografia di riferimento sulle minoranze in Italia dopo la Grande Guerra, considera il Tolomei una «figura di terz'ordine», il cui «fanatismo [lo] rese uno scomodo compagno di strada anche per coloro che lo adoperavano».<ref>Claus Gatterer, ''In lotta contro Roma'', Bolzano, Praxis 3, 1994, 1ª ediz. ital., pag. 80.</ref>
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