Battaglia dell'Assietta: differenze tra le versioni

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== Antefatto ==
 
La strategia francese per la guerra in Italia prevedeva la conquista del bastione alpino presidatopresidiato dall'esercito sabaudo di [[Carlo Emanuele III di Savoia|Carlo Emanuele III]]. [[Luigi XV di Francia|Luigi XV]], però, aveva già tentato varie volte di penetrare in [[Piemonte]], assediando [[Cuneo]] e combattendo aspramente alla [[Battaglia di Madonna dell'Olmo|Madonna dell'Olmo]] nel 1744. L'anno seguente una poderosa armata franco-spagnola aveva aggirato dalla riviera ligure il cordone alpino e a [[Battaglia di Bassignana (1745)|Bassignana]] aveva inflitto una dura sconfitta alle truppe sabaude. Nonostante le vittorie tattiche l'esercito franco-spagnolo non era riuscito a costringere il Regno di Sardegna ad una pace separata.
Gli alleati austro-piemontesi alla fine erano riusciti, entro il 1746, a ricacciare le forze avversarie dal [[nord Italia]], assediare e conquistare Genova e a spingersi sino in Provenza. La rivolta della città di Genova e il ritorno offensivo franco-spagnolo costrinse gli alleati austro-piemontesi ad una strategia di difesa sulle Alpi. Mentre l'esercito di Maria Teresa tentava di riconquistare Genova, le corone di Francia e Spagna decisero di soccorrere la città con una poderosa armata di oltre 150 reggimenti di fanteria, 75 squadroni di cavalleria e 2 brigate d'artiglieria. Il comando di queste forze era affidato a due generali: il cavaliere [[Louis Charles Armand Fouquet de Belle-Isle|Luigi Carlo Armando, conte di Bellisle]], e il marchese Las Minas, i quali avrebbero dovuto concordare un unico piano d'operazione, ma le cose non andarono proprio come previsto: secondo il Bellisle sarebbe stato opportuno minacciare [[Torino]] valicando le [[Alpi]], ma per il suo collega spagnolo era meglio soccorrere [[Genova]].