Carlo Emanuele III di Savoia: differenze tra le versioni

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Sotto il suo regno, che durò ben quarantatré anni, lo stato di Sardegna continuò a militare al fianco delle grandi potenze nelle guerre di successione [[Guerra di successione polacca|polacca]] ede [[Guerra di successione austriaca|austriaca]], ottenendo considerevoli acquisizioni territoriali, che ne spostarono il confine al [[Ticino (fiume)|Ticino]].
Poco stimato dal padre come comandante militare, si circondò di militari a cui conferì le cariche più alte cariche dello Stato.
 
== Biografia ==
===La famiglia ed i primi anni===
[[Image:The Duke of Aosta (future Carlo Emanuele III of Sardinia) with armour by an unknown artist.jpg|thumb|left|Vittorio Amedeo III, figlio di Carlo Emanuele III, raffigurato a sette anni in un ritratto della [[Maria Giovanna Clementi|Clementina]] firmato e datato 1733 oggi al castello di Stupinigi.]]
Carlo Emanuele nacque a [[Torino]] da [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] e dalla sua prima moglie, la principessa francese [[Anna Maria di Borbone-Orléans|Anna Maria d'Orléans]]. Suoi nonni materni erano [[Filippo I d'Orléans]] ed [[Enrichetta Anna Stuart]], figlia minore del re [[Carlo I d'Inghilterra]] e di [[Enrichetta Maria di Francia]]. Carlo Emanuele era inoltre zio di [[Luigi XV di Francia]], in quanto fratello della madre del sovrano, [[Maria Adelaide di Savoia]]; egli era inoltre fratello di [[Maria Luisa di Savoia]], regina di Spagna e moglie del suo cugino di secondo grado, [[Filippo V di Spagna]]. {{Senza fonte|Alla nascita Carlo Emanuele, in quanto maschio secondogenito, ebbe il titolo di duca d'Aosta.}}
 
Carlo Emanuele era il secondo dei tre maschi nati da Vittorio Amedeo II e pertanto alla nascita non era l'erede al trono; suo fratello maggiore [[Vittorio Amedeo di Savoia (1699-1715)|Vittorio Amedeo]], che era il principe ereditario, morì nel [[1715]] e da quella data Carlo Emanuele divenne principe di Piemonte, ottenendo un'educazione severa ma conforme ai suoi compiti futuri, predisposta appositamente dal padre secondo i suoi personali canoni, senza alcuna ispirazione culturale.
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Dopo poco tempo passato a [[Chambéry]], Vittorio Amedeo riprese a dare consigli e ordini al figlio, che tuttavia ripristinò balli e feste presso la corte torinese. Il padre fu colto da un malore nella notte del 4 febbraio [[1731]], ma si riprese e meditò di tornare sul trono. Nell'estate del [[1731]], mentre Carlo Emanuele III si trovava a Chambéry, lo coprì d'ingiurie davanti ai suoi ministri, tacciandolo di inettitudine.
 
Successivamente Vittorio Amedeo decise di riprendere il trono. Tornò in Piemonte e chiamò a raccolta i ministri. La reazione però non fu quella che lui si aspettava e che aveva anticipato al ministro [[Carlo Vincenzo Ferrero d'Ormea|marchese d'Ormea]].{{Citazione|Ognun giubila in cor suo, poiché sa che col mio ritorno il governo riprenderà quello splendore offuscatosi così repentinamente}} Infatti Carlo Emanuele convocò il consiglio della corona, che decise che Vittorio Amedeo II andava arrestato ed imprigionato. Si temeva un'inframmettenza dell'Imperatore, nella sua qualità di signore della "''Reichsitalien''" comprendente tutta l'Italia settentrionale - collcon l'esclusione di Venezia - e quindi pure il Principato del Piemonte, poiché proprio all'imperatore Vittorio Amedeo aveva minacciato d'appellarsi. Un drappello di soldati venne dunque spedito ad arrestare il vecchio Re, che fu chiuso nel [[castello di Rivoli]], dove restò fino alla morte.
 
=== Guerra di successione polacca ===
{{vedi anche|Guerra di successione polacca}}
[[File:Carlo emmanuele 03 Savoia 01 sardinia.jpg|left|thumb|Ritratto di Carlo Emanuele III]]
Nel febbraio [[1733]] il[[Augusto II di Polonia|Augusto II]] re eletto di [[Polonia]] morì e le potenze europee si divisero sul suo successore: il figlio del defunto sovrano, [[Augusto III di Polonia|Augusto]], era appoggiato dall'[[Austria]] e [[Stanislao Leszczyński]], suocero del [[re di Francia]], da Parigi. Carlo Emanuele III si schierò con suo nipote [[Luigi XV di Francia|Luigi XV]] e, come stabilito dal [[trattato di Torino (1733)|trattato di Torino]], marciò verso [[Milano]] per occupare la città e, con essa, la [[Lombardia]], aprendo le ostilità il 28 ottobre: senza troppi combattimenti e spargimenti di sangue (vittorie sabaude a [[Vigevano]], [[Pizzighettone]], [[Sabbioneta]] e [[Cremona]]) raggiunse Milano e impose in città e se ne nominò duca.
 
[[File:Carlo Emanuele III with the future Vittorio Amedeo III.jpg|thumb|Maria Giovanna Battista Clementi ("la Clementina"), Il piccolo duca di Savoia, Vittorio Amedeo, presenta al padre Carlo Emanuele III la pianta di Milano, ([[Racconigi (CN)]], [[Castello Reale di Racconigi|castello dei principi di Carignano]])]]
 
Nel frattempo era entrato in guerra contro l'Austria anche [[Filippo V di Spagna]], che intendeva prendere sia il Regno di Napoli, sia il ducato di Milano. Carlo Emanuele III, generalissimo dell'esercito franco-piemontese, si trovò a dover seguire le farraginose trattative con la Spagna e la Francia su Milano e, al tempo stesso, a impedire che le truppe austriache del generale [[Claudio Florimondo di Mercy|Mercy]], provenienti dal Trentino, potessero traversareattraversare l'[[Emilia]] e congiungersi a quelle di guarnigione nel [[Regno di Napoli]]. Un primo tentativo austriaco nel 1734 venne impedito con la [[battaglia di San Pietro|battaglia di Parma]]; il secondo l'anno seguente, con quella di [[Battaglia di Guastalla|Guastalla]], in seguito alla quale le truppe franco-sarde di Carlo Emanuele respinsero gli Austriaci fino alla Val d'Adige e bloccarono [[Mantova]].
 
Nella seguente ([[Pace di Vienna (1738)|pace di Vienna del 1738]]) si imponeva sia a Carlo Emanuele III chesia a Filippo V di rinunciare a Milano, ma a titolo d'indennizzo, furono lasciati al Piemonte alcuni territori, tra cui le [[Langhe]], il [[Tortona|Tortonese]] e [[Novara]].
 
=== Guerra di successione austriaca ===
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Dal [[1741]] al [[1748]] l'Europa fu coinvolta nella guerra di successione austriaca, in seguito al rifiuto di alcune potenze firmatarie della [[Prammatica Sanzione (1713)|Prammatica sanzione del 1713]] di accettare che [[Maria Teresa d'Austria]], in qualità di regina di Boemia, potesse votare per il proprio marito [[Francesco Stefano di Lorena]], candidato nell'elezione a imperatore del Sacro Romano Impero Germanico.
 
Carlo Emanuele III si schierò con Maria Teresa, subendo quindi dei ripetuti tentativi d'invasione: prima da parte spagnola attraverso la Francia e successivamente da parte franco-spagnola dopo l'entrata in guerra anche della Francia. Battuti gli Spagnoli nel 1741 in [[Romagna]] e costrettili alla ritirata, dovette accorrere in Piemonte per fermare un secondo loro corpo di spedizione che si affacciava sulle Alpi. Negli anni seguenti, pur perdendo la Savoia e la contea di Nizza, Carlo Emanuele riuscì a bloccare i tentativi nemici di passare le montagne a [[Casteldelfino]], nel 1743, e intorno a [[Cuneo]] nel 1744, pur venendo sconfitto tatticamente prima alle barricate e poi alla [[Battaglia di Madonna dell'Olmo|Madonna dell'Olmo]].
Nel 1745 l'accessione di Genova al fronte nemico consentì l'unione in Liguria dell'esercito franco-spagnolo proveniente da ovest a quello ispano-napoletano, che proveniva da sud dopo aver battuto gli austriaci a [[Battaglia di Velletri (1744)|Velletri]] nel novembre del 1744. Il Piemonte fu invaso, le truppe borboniche entrarono a Milano e si dovédovette concludere una sospensione d'armi. L'anno seguente, però, l'arrivo di rinforzi dall'Austria consentì di mettere in rotta le truppe franco-ispano-napoletane e genovesi. Genova fu presa dagli Austriaci e poi persa a causa dell'insurrezione iniziata dalla famosa sassata di [[Balilla]], mentre Carlo Emanuele, liberata la [[contea di Nizza]], si apprestava ad assediare [[Tolone]].
Nel [[1747]] l'esercito francese attaccò di nuovo il Piemonte, cercando di marciare direttamente su Torino attraverso un settore poco guarnito delle Alpi, profittando del fatto che la maggior parte delle forze sarde era impegnata sulle Alpi marittime contro i Francesi e ad aiutare gli Austriaci che assediavano Genova. I Sardi ottennero tuttavia una schiacciante vittoria nella [[battaglia dell'Assietta]], sebbene in condizioni di inferiorità sia numerica chesia di armamenti.
 
Nel [[1748]] con il [[trattato di Aquisgrana (1748)|trattato di Aquisgrana]], il regno di Sardegna riottenne le province di [[Nizza]] e [[Savoia (regione storica)|Savoia]] ede acquisì il territorio del [[Vigevano|vigevanese]], spingendo la frontiera fino al [[Ticino (fiume)|Ticino]], il [[Voghera|vogherese]], l'[[Oltrepò pavese]] ([[Bobbio]]).
 
===Vicende successive===
Al termine delle lunghe vicende belliche che videro il regno di Sardegna coinvolto durante il regno di Carlo EmanhueleEmanuele III, il sovrano predispose l'ostensione della [[Sindone]] nel [[1750]] come ringraziamento per le conquiste ottenute e la sorte favorevole ai piemontesi.
 
Nel [[1767]], profittandoapprofittando della perdita della [[Corsica]] da parte della [[Repubblica di Genova]] e degli scontri in atto fra la [[Francia nell'età moderna|Francia]] e gli insorti di [[Pasquale Paoli]], prese il controllo dell'[[arcipelago della Maddalena]], geograficamente vicino alla [[Sardegna]], ma profondamente legato alla Corsica.
 
Dedicò molta cura alla fortificazione dei passi alpini e delle frontiere. Introdusse la meritocrazia nelle gerarchie militari, favorendo anche coloro di non nobile nascita.
Sempre al fine di celebrare le sue imprese militari e quelle della sua dinastia, finanziò la storiografia nel Regno, proteggendo anche storici quali [[Ludovico Antonio Muratori]]. Si servì di [[Jean-Jacques Rousseau]] per realizzare il primo [[catasto]] piemontese ("[[Mappe sarde]]") che venne pubblicato nel [[1770]].
 
Il 19 dicembre [[1771]] promulgò un editto per la "liquidazione dei dazi fondiari feudali", il che permise agli agricoltori di acquistare i diritti feudali dai loro padroni. Di fronte alla resistenza della nobiltà e del clero, Carlo Emanuele III dovette ad ogni modo rinunciare al progetto che verrà poi ripreso dal figlio [[Vittorio Amedeo III di Savoia|Vittorio Amedeo III]].
 
Fu sostenitore di una politica assolutistica, cercando di concentrare nelle sue mani ogni potere: limitò le autonomie locali e alla [[Val d'Aosta]] furono abrogati i particolari privilegi di cui godeva. Anche la libertà di stampa venne minata, con disappunto dei grandi scrittori ede intellettuali piemontesi del periodo (come [[Vittorio Alfieri|l'Alfieri]], [[Giovanni Battista Bodoni|il Bodoni]], [[Joseph-Louis Lagrange|il Lagrange]]), che dovettero pubblicare all'estero i loro lavori.
 
Carlo Emanuele III morì il 20 febbraio [[1773]]. Venne fatto tumulare nella [[basilica di Superga]], dove la sua tomba monumentale si trova in posizione opposta a quella del padre.