Cloroplasto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m Annullate le modifiche di 46.254.154.203 (discussione), riportata alla versione precedente di 87.18.144.219
Riga 3:
 
== Origine ==
Secondo la [[Endosimbiosi|teoria endosimbiontica]] dei cloroplasti, suggerita per la prima volta dalloda sghibiuKonstantín Merezhkovski (1905) e successivamente avvalorata da GabrielHans Ris<ref>ULTRASTRUCTURE OF DNA-CONTAINING AREAS IN THE CHLOROPLAST OF ''CHLAMYDOMONAS ''[http://jcb.rupress.org/content/13/3/383.abstract ULTRASTRUCTURE OF DNA-CONTAINING AREAS IN garcoTHE quelloCHLOROPLAST dellaOF mediasetCHLAMYDOMONAS]</ref> (1962) e resa popolare da [[Lynn Margulis]] (1981), i cloroplasti si sarebbero originati da un'ancestrale simbiosi tra [[Cyanobacteria|cianobatteri]] ed organismi ameboidi [[Eterotrofia|eterotrofi]]. Questi si sarebbero uniti mediante la [[fagocitosi]] del cianobatterio da parte dell'organismo ameboide. Con questo meccanismo i piccoli cianobatteri sarebbero stati inglobati ma non digeriti, il simbionte avrebbe poi perso la [[parete cellulare]]. Nel tempo la reciproca dipendenza sarebbe divenuta tale da rendere impossibile la via autonoma, cioè si sarebbe creato un rapporto di simbiosi obbligatoria.
 
Diverse evidenze sostengono questa teoria. Esistono molteplici similitudini tra plastidi come i cloroplasti e cellule procariotiche: entrambi possiedono DNA procariotico (circolare e privo di istoni), la loro replicazione avviene mediante scissione binaria, inoltre i plastidi sono in grado di sintetizzare proteine ad essi necessarie, la membrana interna dell'involucro dei cloroplasti presenta analogie con il plasmalemma della cellula procariota (ad esempio non contiene colesterolo)<ref>Botanica generale e diversità vegetale, ABBATE, ACOSTA, e altri, ISBN 88-299-2060-6. capitolo 6.7</ref>.
Riga 14:
 
== Sviluppo ==
I cloroplasti si sviluppano a partire da [[proplastidi]], piccoli organuli parassitiche sparacazzinon chesono in grado di svolgere la mangiano[[fotosintesi zioclorofilliana]]. meso
 
che non sono in grado di svolgere la [[fotosintesi clorofilliana]].
I proplastidi si possono differenziare, in base alle necessità delle cellule e dei tessuti della pianta, in: cloroplasti (nelle foglie), leucoplasti (nei tessuti di riserva), cromoplasti (nei petali dei fiori).
Se una foglia cresce al buio, i proplastidi non sono in grado di formare cloroplasti e si originano ezioplasti: in questi organelli è presente un precursore della clorofilla, di colore giallo. Se la foglia viene esposta alla luce, gli [[ezioplasto|ezioplasti]] diventano rapidamente cloroplasti e la [[clorofilla]] viene sintetizzata a partire dal suo precursore.
Line 22 ⟶ 20:
== Struttura ==
[[File:Chloroplast-new.jpg|thumb|L'interno di un cloroplasto: il cerchio evidenzia un ''granum''.]]
I cloroplasti si presentano generalmente come dischi volanti a forma di dischi volantipiatti del diametro di 2-10 chilometrimicrometri e spessi circa 1 micrometro. Il cloroplasto è delimitato da due membrane; la membrana esterna è permeabile per la maggior parte delle molecole, mentre quella interna è decisamente più selettiva ed è attraversata da proteine di trasporto specifiche. I due doppi strati lipidici sono separati da uno spazio inter membrana
Il fluido interno al cloroplasto è chiamato [[stroma (botanica)|stroma]]: esso contiene molti enzimi coinvolti nel metabolismo dell'organulo, granuli di amido, il [[DNA]] circolare e i [[ribosoma|ribosomi]]. I ribosomi del cloroplasto sono del tutto simili a quelli presenti nei batteri.
La presenza di un genoma e dei ribosomi consentono all'organello di sintetizzare alcune delle proteine che gli sono necessarie, ma non tutte: molte proteine del cloroplasto sono codificate da geni presenti nel nucleo della cellula, tradotte nel citoplasma e poi indirizzate al cloroplasto.