Barbanera (almanacco): differenze tra le versioni

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==La storia editoriale==
Barbanera è l'erede di una tradizione molto più antica legata alla storia tipografica e commerciale della città di Foligno, da sempre luogo di produzione di almanacchi e lunari<ref>Sulla tradizione tipografica di Foligno in generale e la produzione di pronostici, lunari e almanacchi in particolare, si veda tra gli altri Angelo Messini, ''Barbanera di Foligno e i suoi antenati'', Feliciano Campitelli Editore, Foligno, 1941, p. 9: fin dal Quattrocento terra di stampatori ed editori, Foligno ha dato i natali a uno dei primi almanacchi, stampato nella tipografia di Vincenzo Cantagalli a partire dal [[1564]]</ref>.
E'È la famiglia Campitelli<ref name=treccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/campitelli_(Dizionario-Biografico)/ Famiglia Campitelli], ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'' [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]].</ref>, con la tipografia fondata dal capostipite Niccolò (attivo dal 1694 al 1720), a riprendere e ad avviare al successo nel [[1774]] il ''famoso Barbanera'', con cui recuperava la linea editoriale iniziata da [[Pompeo Campana]], editore del ''Discorso Generale del Famoso Barbanera per l'anno 1762''. Giambattista Campitelli (1780-1824) è il primo editore-tipografo a proporre una versione dell'almanacco in opuscolo (il formato che si affermerà fino ai giorni nostri): il primo libretto di cui si ha notizia, di una sessantina di pagine, è del [[1793]]<ref>Angelo Messini, ''Barbanera di Foligno e i suoi antenati'', Feliciano Campitelli Editore, Foligno, 1941, p. 43, fig. 16.</ref> e identifica Barbanera come "astronomo parigino".
Decenni più tardi, alla fine del XIX secolo, Giovambattista Bocci Campitelli riesce a far guadagnare a questi lunari una diffusione quasi nazionale, arrivando a distribuirne circa 400.000 copie nell'Italia centromeridionale<ref name=treccani/>.
 
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==La Fondazione Barbanera 1762==
La raccolta di documenti legati alla figura di Barbanera e alla sua tradizione ha portato alla costituzione della Fondazione Barbanera 1762, ente no profit dedito allo studio e alla valorizzazione della cultura almanacchistica. Nata per volontà dell'editore Feliciano Campi, questa fondazione custodisce un archivio storico che comprende documenti (recensioni, bossi tipografici, materiali di stampa) riguardanti l'almanacco, la sua storia, la sua fortuna e una vasta biblioteca specializzata in editoria popolare. Tra le varie raccolte, conserva una significativa collezione di almanacchi, calendari e altre testimonianze di editoria a larga circolazione e un originale fondo antico volto a ricostruire i quotidiani strumenti di studio dell'astrologo pronosticatore<ref>[http://pprn.infoteca.it/bw5ne5/Opac.aspx?WEB=FNBN&SRC=SADV/ Si veda il catalogo bibliografico della Fondazione Barbanera 1762.]</ref>.
Nel 2015 l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura|UNESCO]] ha accolto la Collezione di almanacchi Barbanera 1762-1962 conservata presso la fondazione nel [[Memoria del mondo|Memory of the World Register]], il programma che censisce e tutela i principali patrimoni documentari dell'umanità. Nell'inserire la collezione nel prestigioso registro, le è stato riconosciuto valore di universalità quale simbolo di un genere letterario che ha contribuito a creare la cultura di massa e l'identità di intere nazioni<ref>[http://www.unesco.org/new/en/communication-and-information/flagship-project-activities/memory-of-the-world/register/full-list-of-registered-heritage/registered-heritage-page-2/collection-of-barbanera-almanacs/ Si veda la motivazione dell'Unesco nel sito del Memory of the World Register.]</ref>.