Diocesi di Luni: differenze tra le versioni

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A questo si affiancava la politica invasiva e disgregatrice dei sovrani longobardi che fondavano monasteri retti dai monaci di [[Colombano di Bobbio|san Colombano]] (o favorivano la diffusione di filiali di monasteri [[Ordine di San Colombano|colombaniani]] o [[benedettini]] esterni alla diocesi, come [[Bobbio]], [[Leno]], [[Brescia]]) dotandoli di beni demaniali e rendendoli esenti dall'ordinaria giurisdizione vescovile: con sempre più immunità e privilegi divennero ben presto una sorta di ''enclave'' nella diocesi e l'autorità dell'abate o del priore era appena mitigata dalla ''reverentia'' dovuta al vescovo locale. Il monastero colombaniano di [[Brugnato]] alla fine divenne sede vescovile e quello del Tino fondato nell'[[XI secolo]] favorì un parziale smembramento della diocesi. Così i vescovi dovettero lottare, per la giurisdizione nella propria diocesi, sia contro i signori laici, sia contro i vescovi confinanti, sia contro le tendenze autonomiste dei vari monasteri e, in un secondo tempo, contro le mene espansionistiche del comune di [[Genova]] e della [[repubblica di Lucca]].
 
Dal 4 agosto [[1975]] Luni è [[Sede titolare|sede vescovile titolare]]; l'attuale arcivescovo, titolo personale, titolare è [[Edward Nowak]], già assessore dell'[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme]].
 
== Cronologia ==