Cola di Rienzo: differenze tra le versioni

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== L'ascesa al Campidoglio ==
La [[città]] pativa intanto, da [[secoli]], grandi violenze e miserie: {{Citazione|Rettori non avea. Onne dìe se commatteva. Da onne parte se derobava. Dove era luoco, le vergine se vitoperavano. Non ce era reparo. Le piccole zitelle se furavano e menavanose a desonore. La moglie era toita allo marito nello proprio lietto. Li lavoratori, quanno ivano fòra a lavorare, erano derobati, dove? su nella porta de [[Roma]]. Li pellegrini, li quali viengo per merito delle loro anime alle sante ciesie, non erano defesi, ma erano scannati e derobati. Li prieti staievano per male fare. ... Quello più avea rascione, lo quale più poteva colla spada. Non ce era aitra salvezza se non che ciascheuno se defennieva con parenti e con amici. Onne dìe se faceva adunanza de armati.}}
 
I ragionamenti di Cola sul bisogno di sollevare la [[città]] dalla prepotenza dei [[barone|baroni]] e dalla miseria che ne nasceva fecero breccia in un gruppo di cittadini che si erano riuniti a discutere con lui in un monastero sull'[[Aventino]], forse Sant'Alessio. Lo stesso vicario del [[papa]] consentiva. Alla fine di [[aprile]] del [[1347]] Cola di Rienzo salì al [[Campidoglio]] con un centinaio di uomini di scorta, preceduto da tre gonfaloni che rappresentavano:
*il primo, rosso a lettere d'oro, [[Roma]] seduta tra due [[leoni]] con il mondo in una mano e la palma della vittoria nell'altra;
*il secondo, bianco, rappresentava [[san Paolo di Tarso|san Paolo]] con la [[corona]] della giustizia e la spada in mano;
*il terzo, [[san Pietro apostolo|san Pietro]], "con le chiavi della concordia e della pace".
Il popolo andò ad ascoltare, e Cola proclamò i suoi ''ordinamenti dello buono stato''.