Cola di Rienzo: differenze tra le versioni

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[[File:Cola - Opere. Lettere e carteggi, 1966 - 4811654 0001.tif|thumb|Frontespizio delle ''Lettere e carteggi'' ({{cita BEIC}})]]
L'obiettivo di Cola era fare anche di [[Roma]], nonostante fosse sede del [[papa]] e teoricamente anche dell'[[Sacro Romano Impero|imperatore]], un [[Comune medievale|Comune]] dotato di propri ordinamenti e risorse, governato da rappresentanti del [[popolo]] di [[Roma]], animato dalla [[memoria]] della sua grandezza.
 
Gli ''ordinamenti'' prevedevano quindi un sistema di regole finalizzato a:
*limitare la violenza privata (applicando la [[legge]] del taglione per l'[[omicidio]], chiunque ne fosse l'autore; infliggendo al propugnatore di false accuse la pena che questi reclamava per il calunniato; istituendo milizie rionali mantenute a spese pubbliche, e guardie pubbliche per la sicurezza dei mercanti);
*destinare le risorse pubbliche al sostegno dei cittadini (aiuti ad orfane, vedove, [[monasteri]]; granai pubblici ai quali ricorrere in caso di bisogno; divieto di demolizione degli antichi edifici, che dovevano essere conferiti al [[Comune]]);
*stabilire nuovi rapporti politici con i [[barone|baroni]] e con le [[città]] vicine (che essi tenevano infeudate):
**«che lle rocche romane, li ponti, le porte e lle fortezze non deiano essere guardate per alcuno [[barone]], se non per lo rettore dello puopolo»;
**«che nullo nobile pozza avere alcuna fortellezze»;
**«che li baroni deiano tenere le strade secure e non recipere li ladroni e li malefattori»;
**«che lle citate e lle terre, le quale staco nello destretto della citate de [[Roma]], aiano lo reimento dello puopolo de Roma».
 
Questo programma di governo era l'esatto contrario di quanto concretamente accadeva, ed entusiasmò il popolo, che conferì a Cola la signoria del [[comune]] (associandogli tuttavia il rappresentante del [[papa]]).
 
== Il conflitto con i baroni ==