Marina bizantina: differenze tra le versioni

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Alla conclusione dell'assedio, ciò che rimaneva della flotta araba subì ulteriori danni in seguito a una tempesta, mentre le truppe bizantine sferrarono una controffensiva, con una flotta che saccheggiò [[Latakia|Laodicea]] e un esercito che scacciò gli Arabi dall'Asia Minore.<ref name="AD 718">{{harvnb|Norwich|1990|pp=352–353}}</ref><ref>{{harvnb|Treadgold|1997|p=349}}</ref> Nei successivi tre decenni, i conflitti navali tra le due potenze erano caratterizzati da incursioni costanti da entrambi i contendenti, con i Bizantini che sferrarono ripetuti attacchi contro le basi navali musulmane in Siria ([[Latakia]]), e Egitto ([[Damietta]] e [[Tinnis]]).<ref name="Dromon33" /> Nel 727, una rivolta delle flotte tematiche, dovuta in larga misura al risentimento per l'iconoclasmo dell'Imperatore, fu repressa dalla flotta imperiale grazie al fuoco greco.<ref name="AD 727">{{harvnb|Treadgold|1997|p=352}}</ref> Nonostante le perdite conseguenti a ciò, circa 390&nbsp;navi di guerra vennero spedite per attaccare Damietta nel 739, e nel 747, con l'aiuto di navi provenienti dall'Italia, i Bizantini sconfissero le flotte combinate siriache e alessandrine al largo di Cipro, ponendo fine all'egemonia navale del [[Umayyadi|Califfato umayyade]].<ref name="Dromon33" />
 
I Bizantini fecero seguito a ciò con la distruzione delle flottiglie del Nord Africa, e accoppiarono i loro successi in mare con rigide limitazioni commerciali imposte ai commercianti musulmani. Data la nuova capacità da parte dell'Impero di controllare le acque marittime, ciò provocò danni considerevoli al commercio marittimo musulmano.<ref>{{harvnb|Lewis|Runyan|1985|p=29}}</ref> Con il collasso del Califfato Umayyade avvenuto poco tempo dopo e la sempre più crescente frammentazione del mondo islamico, la flotta bizantina rimase l'unica forza navale organizzata nel Mediterraneo.<ref name="Dromon33" /> Fu così che, durante la seconda metà dell'VIII secolo, i Bizantini poterono godere di un secondo periodo di completa superiorità navale.<ref name="Galley91">{{harvnb|Gardiner|2004|p=91}}</ref> Durante questo periodo, sorvegliare le coste della Siria contro un attacco della flotta bizantina era considerato dai Musulmani un atto più pio di trascorrere un'intera notte di preghiera nella [[KaabaKaʿba]].<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Bashear |nome=Suliman |anno=1991 |titolo=Apocalyptic and Other Materials on Early Muslim-Byzantine Wars: A Review of Arabic Sources |rivista=[[Journal of the Royal Asiatic Society]] |volume=1 |numero=2 |pp=173–207 |jstor=25182323 |editore=Cambridge University Press |doi=10.1017/S1356186300000572 }}</ref> Questi successi consentirono all'Imperatore [[Costantino V]] (741–775) di spostare la flotta dal Mediterraneo al Mar Nero nel corso delle sue campagne contro i [[Bulgari]] negli anni 760. Nel 763, una flotta di 800 navi trasportanti 9.600 cavalieri e diversi fanti salpò ad [[Anchialo]], dove ottenne una [[Battaglia di Anchialo (763)|significativa vittoria sul nemico]], ma nel 766, una seconda flotta, che si narra comprendesse 2.600 navi e salpata per Anchialo, affondò lungo il tragitto.<ref>{{harvnb|Mango|2002|p=141}}</ref> Al contempo, tuttavia, gli imperatori isaurici minarono la forza navale di Bisanzio: con la minaccia araba andata per il momento, e con i temi navali largamente [[iconodulia|iconoduli]] che si opponevano alla loro [[Iconoclastia|politica iconoclastica]], gli imperatori ridussero le dimensioni della marina e degradarono i temi navali.<ref>{{Harvnb|Runciman|1975|p=150}}</ref>
 
==== Ripresa della flotta araba ====