Panfilo Gentile: differenze tra le versioni

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Giacomanni (discussione | contributi)
tempi verbali
1946
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Ostile al [[storia dell'Italia fascista|regime fascista]]<ref name="Diz_Bio"/>, nel 1925 aderì al ''[[Manifesto degli intellettuali antifascisti]]'', redatto da [[Benedetto Croce]]<ref name="Diz_Bio"/>. Dopo aver abbandonato la carriera universitaria, esercitò l'avvocatura difendendo, tra gli altri, alcuni imputati presso il [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale fascista]]<ref name="Diz_Bio"/>.
 
TentòDopo la Seconda Guerra Mondiale tentò, con scarsa fortuna, anche la via della politica convergendo nel [[Movimento Liberale Indipendente]], costola sinistra del [[Partito Liberale Italiano|PLI]]. L'avventura durò circa tre anni, quando i due schieramenti si ricomposero sotto le insegne originarie del [[Partito Liberale Italiano|Partito liberale italiano]], di cui fu segretario insieme a Mario Ferrara e a [[Manlio Lupinacci]], chiamati scherzosamente "la Trimurti". [[Indro Montanelli|Montanelli]] li prendeva amabilmente in giro dicendo che, nella sede di via del Pozzetto, a Roma, accettavano l'iscrizione al partito di chiunque sapesse giocare a [[tressette]], stanchi com'erano di giocare sempre "col morto".
 
Fin dalle origini, collaborò con il quotidiano ''[[Risorgimento Liberale]]'' sorto nell'agosto del 1943, subito dopo la caduta del regime fascista in seguito all'approvazione dell'[[ordine del giorno Grandi]]. La collaborazione con il quotidiano proseguì sino al novembre del 1947, quando nel congresso del Partito liberale prevalse, con l'opposizione della corrente di sinistra, alla quale faceva riferimento Gentile, la linea favorevole all'alleanza con il ''Fronte dell'Uomo Qualunque'' di [[Guglielmo Giannini|Giannini]]<ref name="Diz_Bio"/>. Gentile, insieme con [[Mario Pannunzio|Pannunzio]], [[Nicolò Carandini|Carandini]] ed altri, lasciò il partito e il quotidiano.<br />