Glorioso rimpatrio: differenze tra le versioni

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==Il ritorno==
Tre anni dopo, nell'agosto del [[1689]], Guglielmo III d'Orange salì al trono d'Inghilterra con la Gloriosa Rivoluzione, ricostituendo il fronte anti-francese della [[Lega di Augusta]]. Approfittando dell'appoggio del Re inglese i valdesi organizzarono una spedizione di rientro nelle loro Valli, composta da circa un migliaio di uomini, un terzo dei quali ugonotti francesi e il resto [[Valdismo|valdesi]].<br />
Il rientro [[Valdismo|valdese]] in [[Piemonte]] fu capeggiato da [[Henri Arnaud]] (1643-1721), attraversando i valichi della [[Savoia (regione storica)|Savoia]] con una marcia di 14 giorni e scontrandosi vittoriosamente con le truppe francesi a [[Salbertrand]], dopo aver evitato l'annientamento da parte delle truppe sabaude al Giaglione di Susa. Ripreso possesso delle valli, i valdesi si impegnarono, nel prato di Sibaud di [[Bobbio Pellice]], a mantenere fra loro unione e solidarietà. Respinto nella primavera dell'anno successivo un assedio presso la località di Balziglia, nel vallone di Massello, ormai ridotti a circa 300, furono infine reintegrati nei loro possedimenti grazie a un cambio di alleanza del Duca di Savoia, che passava dalla parte inglese.Negli anni successivi tuttavia furono costretti a rimanere confinati nell'area, soprannominata poi "Ghetto alpino", prevista fin dai tempi dell'Accordo di Cavour (stipulato con il Emanuele Filiberto "Testa di Ferro" nel 1561). La piena libertà giunse soltanto nel [[1848]], grazie alle "Lettere Patenti" del 17 febbraio, che precedettero di poco lo [[Statuto albertino|Statuto]] del re [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]].
 
== Note ==