Gran consiglio del fascismo: differenze tra le versioni

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→‎Storia: 25 luglio.
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La sua attività si inaridì col tempo a causa della progressiva concentrazione dei poteri in mano a Mussolini, della burocratizzazione del PNF e soprattutto delle trasformazioni della forma e delle leggi dello Stato che automatizzavano o abrogavano le procedure su cui doveva esprimersi. Cessò di avere funzioni effettivamente deliberative quando il 19 gennaio [[1939]] fu istituita la [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni]] (non elettiva)<ref>Anche questo giudizio è contenuto in A.Aquarone, ''op.cit.''</ref>.
 
Tenne la sua ultima seduta il 2425 luglio [[1943]], dopo quattro anni di inattività. Durante tale seduta fu approvato lo storico [[ordine del giorno Grandi]], al quale seguì la caduta del governo di Mussolini e il suo arresto.<ref>Questo ordine del giorno e quello approvato nella seduta del 23 febbraio [[1923]], relativo all'incompatibilità tra iscrizione al P.N.F. e appartenenza alla [[massoneria]], furono le uniche deliberazioni che il Gran Consiglio non assunse all'unanimità (Cfr. G. Candeloro, ''Storia dell'Italia moderna: Il Fascismo e le sue guerre'', Vol. 9, Feltrinelli Editore, 1993)</ref>
 
Fu soppresso con [[regio decreto legge]] 2 agosto [[1943]], n. 760, entrato in vigore il giorno 5 dello stesso mese.