Alcesti (Euripide): differenze tra le versioni

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A questo punto, il Coro esce di scena (espediente prima di allora usato solo da [[Eschilo]] nell'''[[Orestea]]''), e si conclude la sezione più propriamente "tragica" dell'opera; in quella successiva il dramma si risolve positivamente.
Entra in scena un servo che si lamenta del comportamento di Eracle, il quale, senza riguardo per la situazione, si è perfino ubriacato. Anche se gli era stato ordinato di non farlo, lo schiavo decide di rivelare a Eracle la verità: la donna "non consanguinea" morta, in realtà, è la moglie di Admeto. L'eroe, fortemente pentito, decide così di andare all'Ade per riportarla in vita. Dopo il terzo [[stasimo]], contenente un elogio di Admeto e Alcesti, Eracle ritorna con una donna velata, fingendo di averla "vinta" a dei giochi pubblici, per mettere alla prova la sua fedeltà. Admeto, inizialmente, ha quasi orrore a toccarla, convinto che sia un'altra, e acconsente a guardarla solo per compiacere il suo ospite. Tolto il velo, si scopre che la donna è Alcesti, ora restituita all'affetto dei suoi cari. Eracle spiega che non le è consentito parlare per tre giorni, il tempo necessario per essere "sconsacrata" agli inferi.
{{quote|Molte sono le forme del divino; molte cose gli dèidei compiono contro le nostre speranzeinaspettatamente; e quello che ci si aspettava, non si verificò, mentre il dio diede compimento a quellociò che nonera ciinimmaginabile. Così si aspettavaconclude diedela compimento il dio..vicenda.|Coro<ref>Euripide, ''Alcesti'', tradvv.1159-1164 di Guido Paduano, Fabbri, Milano 2001, p.149</ref>}}
 
== Critica ==