Scipio Sighele: differenze tra le versioni

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Tenne dunque corsi di psicologia collettiva e di sociologia criminale al di fuori dell'Italia, all<nowiki>'</nowiki>''Institut des Hautes Etudes'' dell'[[Università di Bruxelles]]. Le sue opere ebbero molte edizioni e traduzioni in lingue straniere. Morì a Firenze nel 1913.
 
== Pensiero ed eredità ==
[[File:Via enrico poggi, targa scipio sighele.JPG|thumb|Targa sulla casa in cui morì a Firenze]]
La sua attività di psicologo e di sociologo furono fortemente influenzate da [[Cesare Lombroso]], vissuto in epoca a lui coeva. Sighele analizzò i meccanismi interni alla folla, volendo dimostrare come nelle tendenze del collettivo sussistessero attitudini fondamentalmente criminose. Fu uno dei primi autori ad affrontare questo tipo di indagine e sottolineò inoltre come l'essere umano, inserito in un contesto di folla, perda il suo autocontrollo razionale lasciando entrare in gioco la sua natura crudele e i suoi istinti criminali. Negli anni la sua ricerca si distanziò da quella di Lombroso, negando la matrice strettamente antropologica del criminale ipotizzata da Lombroso. Ad ogni modo continuò la sua attività di criminologo e, diventato famoso in tutta Europa, Sighele espanse la sua ricerca nel campo della [[psicologia sociale]], analizzando coppie criminali di culto (nel libro ''La coppia criminale - psicologia degli amori morbosi'' ne farà una analisi dettagliata). Pur non avendolo mai conosciuto, il suo lavoro influenzò [[Gustave Le Bon]], che approfondì le sue idee e la sua opera. Allo stesso modo [[Émile Zola|Zola]], [[Émile Durkheim|Durkheim]] e [[Max Nordau|Nordau]] in [[Francia]] utilizzeranno le sue scoperte in vari campi (letterario, sociologico, politico ecc).
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* ''La coppia criminale (1892)''
* ''La teorica positiva della complicità (1893)''
* ''Mondo criminale italiano (1°ª serie - 1893; 2°ª serie - 1895)''
* ''Cronache criminali italiane (1896)''
* ''La delinquenza settaria (1897)''