Teofilo di Alessandria: differenze tra le versioni

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==Biografia==
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== Distruzione del Serapeo ==
Aderente al [[Simbolo niceno-costantinopolitano|credo niceno]], è famoso per aver distrutto il tempio pagano del [[Serapeo]]. Teofilo divenne patriarca nel momento del conflitto tra cristiani e la società ancora pagana di Alessandria. Secondo quanto narrano gli scrittori [[Tirannio Rufino|Rufino]] e [[Sozomeno]], Teofilo portò alla luce, durante i lavori di trasformazione di un [[tempio]] dedicato a [[Dioniso]] in chiesa cristiana, un tempio [[Paganesimo|pagano]] segreto. Egli ed i suoi seguaci sfilarono per le strade della città con gli oggetti sacri trovati nel tempio compiendo atti di dileggio provocando l'ira dei pagani che aggredirono i cristiani. La reazione della fazione cristiana costrinse i pagani a rinchiudersi nel [[Serapeo]].
 
L'imperatore inviò una lettera a Teofilo chiedendogli di concedere il perdono per le offese recate dai pagani. Quest'ultimo ebbe tuttavia come contropartita la distruzione del Serapeo.
 
La distruzione del Serapeo è stata vista da molti autori sia antichi che moderni come rappresentativa del trionfo del cristianesimo sulle altre religioni; quando i cristiani linciarono [[Ipazia]] essi acclamarono il successore di Teofilo, [[Cirillo di Alessandria|Cirillo]] come ''un nuovo Teofilo per cui distruggere gli ultimi idoli della città'' (dalla ''Cronaca'' di [[Giovanni di Nikiu]]).
 
Teofilo lasciò i seguaci di [[Origene]] dopo aver militato nelle loro file per un certo tempo. Egli fu, almeno apparentemente, nemico dei [[Nestorio|nestoriani]].
 
Nel 403 Teofilo, accompagnato dal nipote Cirillo, fu presente, a [[Costantinopoli]] al [[Sinodo della quercia]] che depose [[Giovanni Crisostomo]].