Vitaliano VI Borromeo: differenze tra le versioni

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Rimasto alla guida dei suoi uomini, nel [[1651]] venne impiegato in una serie di operazioni in [[Piemonte]] sempre con gli spagnoli che erano intenzionati a cogliere il momento di distrazione dei francesi per approfittare della loro debolezza e stroncare le conquiste che avevano ottenuto in [[Italia]], forti anche di un accordo raggiunto col duca di Modena che avrebbe assicurato piena libertà di movimenti. Il Borromeo prese parte a questa campagna ancora una volta sotto il comando del governatore di Milano, ma questa volta alla testa di un contingente di 2.500 uomini assoldati completamente a sue spese, col quale in breve tempo sino a [[Moncalieri]]. Nel [[1652]], dopo la conclusione dell'alleanza col duca di Mantova [[Carlo II di Gonzaga-Nevers|Carlo II]], il Borromeo si occupò della riconquista della cittadella militare di [[Casale Monferrato]], difendendo le retrovie di [[Novara]], [[Arona]] e [[Vercelli]] mentre il grosso dell'esercito spagnolo si lanciò alla conquista della città piemontese.
 
La carriera militare di Vitaliano Borromeo non conobbe freni durante quegli anni concitati, in particolare con la ripresa delle ostilità da parte dei francesi dopo il periodo della [[Fronda (movimento)|Fronda]]: nel 1657 si occupò della difesa di [[Tradate]], ma fallì insieme ad altri generali spagnoli nel tentativo di difendere la costa orientale del [[Ticino (fiume)|Ticino]], motivo che segnò irrimediabilmente il suo futuro militare, venendo relegato dall'anno successivo ai governatorati dapprima di [[Tortona]] e poi di [[Pavia]]. Proprio mentre si trovava in quest'ultima città, si trovò a dover fronteggiare un assalto francese, respingendo il nemico vittoriosamente. Motivato da questo successo e già pronto a riprendere la via delle armi, nel [[1659]] abbandonò Pavia per portarsi ad [[Arona]] col fine di reclutare nuove truppe per la causa spagnola, ma la firma della [[Pace dei Pirenei]] nell'autunno di quello stesso anno, rese i suoi sforzi inutili. Venne congedato dalle campagne militari col titolo di Capitano Generale dell'Artiglieria del Ducato di Milano.
 
===La carriera diplomatica===