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I poeti adottarono così la terminologia del [[feudalesimo]], dichiarandosi [[vassallo|vassalli]] della donna e rivolgendosi a lei con l'appellativo lusinghiero di ''midons'' (mio signore<sup>n.b. al maschile</sup>), una specie di nome in codice in modo che il poeta non ne rivelasse il nome. Questo nuovo tipo di amore vedeva la nobiltà non in base alla ricchezza e alla storia della famiglia, ma nel carattere e nelle azioni, e quindi faceva appello ai cavalieri più poveri che vedevano così una strada aperta per progredire. Poiché a quel tempo il matrimonio aveva poco a che fare con l'amore,<ref>{{cita web|url=http://www.middle-ages.org.uk/courtly-love.htm |titolo=Courtly Love |editore=Middle Ages.com |data=16 maggio 2007 |accesso=18 gennaio 2010|lingua=en}}</ref> l'amor cortese era anche un modo per i nobili di esprimere l'amore non trovato nel loro matrimonio.<ref>{{cita web|url=http://www.wsu.edu/~delahoyd/medieval/love.html |titolo=Courly Love and the origens of romance |editore=Wsu.edu |data= |accesso=18 gennaio 2010|lingua=en}}</ref> Gli "amanti" nel contesto dell'amor cortese non facevano riferimento al [[Sessualità|sesso]], ma piuttosto all'agire emotivo. Questi "amanti" avevano brevi appuntamenti in segreto, che si intensificavano mentalmente, ma mai fisicamente.<ref>{{cita web|url=http://employees.oneonta.edu/farberas/ARTH/arth214_folder/courtly_love_.html |titolo=A History of Women: Silences of the Middle Ages |editore=Employees.oneonta.edu |data= |accesso=18 gennaio 2010|lingua=en}}</ref>
Le regole dell'amor cortese vennero codificate in quell'opera altamente influente del tardo secolo XII che è il ''[[De amore]]'' di [[Andrea Cappellano]]<ref>{{cita web|url=http://www.astro.umd.edu/~marshall/chivalry.html |titolo=The Art of Courtly Love by Andreas Capellanus |editore=Astro.umd.edu |data= |accesso=18 gennaio 2010|lingua=en}}</ref>.<ref>Si tratta quindi di una sorta di "feudalizzazione dell'amore", di un "amore - vassallaggio". La corte di Guglielmo IX d'Aquitania, iniziatore del movimento, è il modello di un ideale di vita cavalleresca in cui si celebrano il ''joi'' (la gioia che deriva dall'eleganza, dalla cortesia, dalla serena costumanza della musica e della danza), la giovinezza e la liberalità generosa, con al sommo la nuova concezione dell'amore. (Aldo Giudice, Giovanni Bruni, ''Problemi e scrittori della letteratura italiana'', ed. Paravia, Torino, 1977, vol. 1, pag. 66). </ref>
 
=== Provenza e Catarismo ===
{{vedi anche|Catarismo|Crociata albigese}}