Il barone rampante: differenze tra le versioni

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;Cosimo Piovasco di Rondò: Il protagonista della storia, la cui reazione è esagerata, è un ragazzino di dodici anni figlio di una [[famiglia]] nobile; nel corso del racconto diventerà [[barone]] in seguito alla morte del padre. È forte e rapido nello spostarsi da un albero all'altro, veste indumenti fatti da lui a seconda della necessità e la sua casa è una capanna (ovviamente su di un albero) che perfeziona giorno dopo giorno per renderla più confortevole. È testardo e irremovibile nelle sue decisioni e ha il coraggio di ribellarsi inizialmente ai suoi genitori e in seguito al mondo intero. Le sue virtù più forti sono la costanza, che ha sin da bambino, e l'orgoglio, tanto che non vuole farsi vedere da nessuno toccare terra neanche da morto, per essere sepolto. Un pregio di Cosimo, spesso emerso nei capitoli centrali e finali del racconto, è la capacità e la semplicità con cui riesce a creare cooperative di persone, a volte diverse tra loro, ma tutte riunite sotto un unico scopo in comune. Cosimo tuttavia rimane un personaggio semplice, altruista, ottimista e simpatico ai suoi amici.
;Viola: Il suo vero nome sarebbe Violante, la figlia dei Marchesi d'Ondariva, vicini della famiglia di Cosimo. Ha un carattere variabile: si comporta come una bambina in alcune occasioni e da persona matura, in altre. È la più falsa mai conosciuta e opportunista in quanto Cosimo, come pure gli altri suoi amici non sanno mai da che parte stia. Si fa desiderare, si mette in mostra ed è estremamente viziata. Sarà però l'unico vero amore di Cosimo, fin dal primo giorno che la vedrà. Tornata dal collegio sembra cambiata in quanto è fedele al Barone, fino a quando lo abbandona a causa di gelosie e incomprensioni tra i due.
Per creare Viola, Calvino si è ispirato alla Pisana, personaggio femminile principale di ''Confessioni di un italiano'' di [[Ippolito Nievo]].
;Biagio: Il fratello minore di Cosimo, ha quattro anni meno di lui. È l'unico compagno di giochi di Cosimo: si arrampica sugli alberi e si fa trascinare facilmente dal fratello in azioni non consentite, come quella di liberare le lumache, per il fatto di avere un carattere debole, tranquillo e sottomesso. Non ha un'indole ribelle e sta sotto gli ordini senza lamentarsi; è inoltre altruista e molto attaccato al fratello. Nel romanzo tuttavia ha sempre una posizione neutrale o irrilevante.
;Arminio Piovasco di Rondò: Il padre di Cosimo, barone d'Ombrosa. È un uomo distinto, ma anche schizzinoso. È preoccupato della successione del suo titolo e tiene molto alla sua immagine. Aspira alla carica di duca d'Ombrosa, solo che non riuscirà ad ottenerla. Dopo che il suo primogenito si arrampica sugli alberi è restio a farsi vedere per la vergogna e teme per le conseguenze dinastiche che il fatto avrebbe provocato. Qualche mese prima della sua morte, viene a conoscenza, da parte di molti Ombrosotti, di voci assai gentili e di rispetto devoto verso il figlio primogenito, tanto che in un secondo tempo, apprezza la creatività del figlio, regalandogli una preziosa "spada", originaria e preziosissima, della Dinastia dei Piovasco di Rondò. Dopo quest'episodio passa l'ultima parte della sua vita, perdendo ogni attaccamento ad essa, chiuso in casa fino a trovare pace nella morte.