Bugnato: differenze tra le versioni

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{{F|architettura|ottobre 2016}}[[File:Palazzo medici riccardi, bugnato 01.JPG|thumb|Bugnato rustico (in basso) e bugnato liscio (in alto), [[palazzo Medici-Riccardi]], [[Firenze]]]]
[[File:1993-1994-Giardino Giusti (Verona)-testo e photo Paolo Villa-nA2-tesi Accademia Belle Arti Bologna-portone di Palazzo Giusti.jpg|thumb|left|Bugnato rustico, [[chiave di volta]] con profilo di uomo del portone di Palazzo [[Giardino Giusti]], Verona]]
[[File:Trapani645.jpg|thumb|left|bugnato a punta di diamante nel [[Palazzo della Giudecca]] a Trapani]]
[[File:MantovaPalazzo Te-entrata.jpg|thumb|Palazzo Te, [[Mantova]]]]
 
Il '''bugnato''' è una lavorazione [[muratura|muraria]] utilizzata sin dall'antichità e ripresa, con modalità e forme diverse, in altre epoche e fino ai giorni nostri.
==Descrizione==
È costituito da blocchi di pietra sovrapposti a file sfalsate preventivamente lavorate in modo che i giunti orizzontali e verticali risultano scanalati ed arretrati rispetto al piano di facciata della muratura, con un effetto aggettante di ogni singolo blocco.
 
Probabilmente tale lavorazione è sin dall'origine funzionale allo sgocciolamento dell'acqua piovana, che in tal modo non viene assorbita dagli interstizi di giunzione.<ref>{{cita web|url=https://www.rifaidate.it/materiali-edili/muratura/bugnati-sulle-facciata.asp|accesso=18 dicembre 2016|titolo=Bugnati sulle facciata|editore=Fai da te}}</ref>
 
Certamente in epoca romana, quello che in origine rappresenta un elemento costruttivo, assume carattere di comunicazione del linguaggio architettonico. Ne è testimonianza la [[Porta Maggiore]] a Roma, dove "«il bugnato è un manierismo deliberato, che si ritrova soltanto in un piccolo gruppo di monumenti della metà del [[I secolo]]"».<ref>John B. Ward-Perkins, ''Architettura Romana'', Electa Editrice, 1974.</ref> fra cui le arcate delle strutture di sostegno del [[Tempio del Divo Claudio]].
 
Il bugnato si distingue secondo la forma e il rilievo delle ''bugne'', che può essere di diverse dimensioni e forme e con trattamenti materici ''rustico'', ''liscio'', squadrato, a ''cuscino'', ''a punta di diamante''.<ref>{{cita libro|titolo=bugnato|editore=Treccani|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/bugnato/|opera=Enciclopedie on line}}</ref>
 
Spesso il bugnato interessa in particolare la parte basamentale dell'edificio, rivelando la sua origine costruttiva, in quanto era pratica edilizia corrente, anche nel [[medioevo]], costruire la parte bassa di un edificio con robusti blocchi di pietra, mentre i livelli superiori potevano essere in [[muratura]] di minor impegno.
 
Il bugnato diventa popolare in [[Italia]] nell'[[architettura rinascimentale]] e viene usato per conferire maestosità alle facciate dei [[palazzi]] o delle [[villa|ville]]. Alcuni esempi sono [[palazzo Medici Riccardi]] (che presenta un bugnato diverso per ogni piano) e [[palazzo Rucellai]] (esempio di ''bugnato liscio'') a [[Firenze]], [[Palazzo dei Diamanti]] a [[Ferrara]], che deve il suo nome al bugnato ''a punta di diamante'' che ne orna l'intera facciata; anche la facciata della [[Chiesa del Gesù Nuovo]], a Napoli, costituisce un pregevole e antico esempio di questo tipo di bugnato.<ref>{{cita web|url=http://www.architetturadipietra.it/wp/?p=5186|titolo=I bugnati a punta di diamante|data=8 febbraio 2012|accesso=18 dicembre 2016}}</ref> Altro esempio di edificio monumentale dove il bugnato acquista forza e significato è [[Palazzo Te]] a [[Mantova]], di [[Giulio Romano]]. In Sicilia, a [[Trapani]], vi è il [[Palazzo della Giudecca]] in stile [[plateresco]] di derivazione catalana.
 
Fin dal [[XVI secolo]], ma in particolare nel [[XIX secolo|XIX]] e inizio [[XX secolo]] si diffusero tecnologie imitative del bugnato, utilizzando [[intonaci]] opportunamente modellati e matericamente trattati, o con paramenti di facciata in pietra sagomata, che lo tramutarono in un rivestimento sofisticato.