Battaglia di Licosa: differenze tra le versioni

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Lo scontro si concluse con il successo della coalizione dei ducati campani, a cui fecero seguito altre vittoriose iniziative navali che videro sempre protagoniste le potenze marinare di [[Repubblica di Amalfi|Amalfi]], [[Ducato di Gaeta|Gaeta]], [[Ducato di Napoli|Napoli]] e [[Ducato di Sorrento|Sorrento]], le cui campagne militari si susseguirono a più riprese fino all'[[849]], anno della storica [[Battaglia di Ostia]].
 
Nonostante l'esitogli favorevoleesiti favorevoli alla coalizione anti-saracena, gli effetti sortiti dalle campagne militari non furono effimeridefinitivi: infatti, già nell'851, appena cinque anni dopo, si registrava in Campania una ripresa e una recrudescenza delle azioni di pirateria, favorite dalle tradizionali e mai sopite rivalità che opponevano i soggetti politici dell'[[Italia meridionale]] e della [[Langobardia Minor]]. Queste divisioni storiche, nella migliore delle ipotesi, impedivano l'unità di intenti necessaria per combatteresconfiggere in modo definitivo il fenomeno piratesco. Unità di intenti consolidata col tempo solo a partire dagli inizi del X secolo, periodo in cui maturarono le condizioni per alleanze anti-saracene più durature, a partire dalla Lega Cristiana protagonista nel [[915]] della [[Battaglia del Garigliano]].
 
Va quindi tenuto presente che la responsabilità della minaccia saracena ricadeva in parte sugli stessi che la combattevano. Quella congerie di Stati, incluso il [[Ducato di Napoli]], in cui era frammentata l'Italia meridionale, aveva favorito l'insediamento costiero dei Saraceni negli [[anni 830|anni trenta]] del [[IX secolo|secolo]] al fine di servirsene come strumento per combattersi reciprocamente, assoldandoli di volta in volta come [[mercenari]]. La pirateria sorse allorquando quegli stessi mercenari si diedero a razzie decise in autonomia, approfittando dello scacco imposto ai Bizantini dopo le sconfitte inferte in [[Sicilia]] nell'[[845]]<ref name="Amari364">[[Michele Amari]], ''Storia dei Musulmani di Sicilia'', [[Le Monnier]], 1854, Vol. I, p. 364</ref>, nell'ambito della [[Guerre arabo-bizantine (780-1180)|belligeranza arabo-bizantina]].