La Pléiade: differenze tra le versioni

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Questi scrittori e poeti, come era stato fatto per sette poeti di età alessandrina, si ispirarono per il loro nome all'ammasso di stelle che prende il nome dalle mitiche figlie di [[Atlante]].
In contrasto con quanti ricalcano la tradizione poetica del tardo [[Medio Evo]], i poeti de [[la Pléiade]] credettero in modo appassionato nella necessità e possibilità di emulare i modelli greci e latini attraverso un arricchimento della lingua, dei procedimenti retorici e metrici, dei temi, e la sperimentazione di tutte le forme poetiche coltivate nell'antichità: dall'ode oraziana o pindarica all'epigramma, all'anacreontica, dalle tragedia all'elegia, all'egloga, all'epopea.
 
Queste idee furono esposte da [[Joachim Du Bellay]] nella ''Deffence et illustration de la langue françoyse'' del 1549, insieme col proposito di restituire un prestigio altissimo alla poesia.
Il fervore talvolta astratto e scolastico dei poeti de [[la Pléiade]] portò ad innovazioni, in qualche caso solo esteriori, ad esperimenti senza sbocco (come la metrica quantitativa tentata da [[Jean-Antoine de Baif]]) o decisamente falliti (come il poema epico di [[Pierre de Ronsard]]); ma anche ad opere di autentica poesia (lo stesso [[Pierre de Ronsard]] e [[Joachim Du Bellay]])