Antigruppo siciliano: differenze tra le versioni

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Il fondamento della poetica dell'Antigruppo fu pubblicato da [[Nat Scammacca]], tra i fondatori dell'Antigruppo e redattore della pagina letteraria del periodico ''Trapani nuova''<ref>Il periodico ''Trapani nuova'', creato da [[Antonio Montanti|Nino Montanti]] divenne organo del movimento.</ref>. Tale manifesto, intitolato ''"i ventun punti"'', esponeva le tesi della poetica antigruppo, ampiamente commentate<ref>Nat Scammacca, Una possibile poetica per un Antigruppo, Celebes, Ottobre 1970</ref>, tra cui l'indicazione di dare più importanza al contenuto che alla forma, più peso alla passione che all'intelletto, o ancora l'esortazione a scrivere non con lo scopo di fare arte ma perché si ha una ragione ben precisa; altrimenti meglio rimanere in silenzio". Secondo Scammacca l'avanguardia priva le masse della possibilità di partecipare alla vita letteraria e culturale del proprio paese.
 
Al suo sorgere il movimento artistico fece ricorso a recital, ciclostilati, manifestazioni di piazza, dibattiti nelle scuole e nei luoghi di lavoro, "poesia murale", mostre di disegni e dipinti.<ref>[[Salvatore Mugno]], l'Antigruppo Siciliano attraverso i suoi principali esponenti del Trapanese, Novecento letterario trapanaesetrapanese: integrazioni e approfondimenti, ISSPE, Palermo, 2006</ref>
 
Le prime iniziative si svolsero nel [[Provincia di Trapani|Trapanese]] (Nat Scammacca, Rolando Certa, Gianni Diecidue, Antonino Contiliano e [[Franco Di Marco]]), a [[Palermo]] (Carmelo Pirrera, Crescenzio Cane, Ignazio Apolloni e Pietro Terminelli) e nel [[Provincia di Catania|Catanese]] per opera di [[Santo Calì]]<ref>Antonino Contiliano, Antigruppo siciliano: frammenti di storia, avanguardia e impegno; Vico Acitillo, 2003</ref><ref>Rosa Maria Ancona, L'Antigruppo, saggio introduttivo all'Antigruppo siciliano; collana “Thalìa”, n.5, 2010</ref> Le attività si estesero quindi a tutta la Sicilia e vennero intrattenuti contatti con i centri ''underground'' italiani e di altre parti del mondo (Grecia<ref>Rolando Certa, Incontri con i popoli del Mediterraneo, n.1, Mazara del Vallo - TP, 8 ottobre 1977</ref>, Europa orientale, Scozia e USA<ref>Franco Di Marco, The Sicilian Antigruppo, in Akros, Sicilian-Scottish Issue, edited by Duncan Glen, vol.9, no.27, Aprile 1975; e The Sicilian Antigruppo tradotto dall'italiano da Deryck Rhodes, editors S. Barkan e S.A. Scammacca, Menick (N.Y.), Cross-cultural Communications, 1976</ref>).
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Nel 1971 venne pubblicata la prima antologia dell'Antigruppo, ''Un tulipano rosso'', edita a spese degli autori, che segnò il superamento del ciclostilato come strumento privilegiato di comunicazione scritta.
 
A questa prima fase di espansione culturale risale una gran messe di pubblicazioni, in ciclostile e a stampa, il cui catalogo, pressoché completo, appare nell'antologia ''Antigruppo 73''. In questo volume comparvero interventi e testi poetici di personaggi della letteratura siciliana e di personaggi della cultura "alternativa" internazionale: tra questi [[Leonardo Sciascia]], Ignazio Buttitta, Federico Hoefer, Melo Freni, Antonio Uccello, Danilo Dolci, Lawrence Ferlinghetti, Giuseppe Zagarrio, Roberto Roversi, Robert Bly.<ref>[[Salvatore Mugno]], l'Antigruppo Siciliano attraverso i suoi principali esponenti del Trapanese, Novecento letterario trapanaesetrapanese: integrazioni e approfondimenti, ISSPE, Palermo, 2006</ref>
 
Il critico Giuseppe Zagarrio<ref>Giuseppe Zagarrio, poeta e critico di chiara fama, nato a Ravanusa (AG) nel 21, fu ordinario di Italiano e Latino a Firenze, dove promosse cenacoli culturali e collaborò con molte case editrici.</ref>pubblicò in nord Italia numerose antologie per le scuole medie superiori, dove vennero inserite opere dell'Antigruppo: ''"...questo avventuroso (forse un po' avventato, ma coraggioso, non emarginabile) movimento è impegnato in un'enorme quantità di iniziative ... ha meritato un attento consenso critico per aver puntato le carte su un rigoroso ideologismo che tende a rilevare-rivelare la vera identità dell'Isola, dove è emergente il fenomeno della netta differenza di classe tra una minoranza bene arroccata nei suoi vecchi e nuovi privilegi di casta e una maggioranza - plebe o popolo, masse contadine o operai dei cantieri navali, e i poeti, anche loro - chiusa nelle sue attese continuamente disattese e non certo da fattori ancestrali"''.<ref>Giuseppe Zagarrio, Febbre, furore e fiele; Mursia, Varese, 1983</ref>