Amore: differenze tra le versioni

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Durante il [[Medioevo]] l'amore è stato oggetto di misticismo religioso da un lato, con [[Bernardo di Chiaravalle]] e soprattutto con [[Bonaventura da Bagnoregio]] (negli scritti "Stimulus amoris", "Incendium amoris" e "Amatorium"), ed un particolare tipo di poesia dall'altro; questa letteratura poetica, nata nel sud della Francia, si diffuse presto a macchia d'olio in tutto il continente europeo: si tratta della cosiddetta [[poesia trobadorica]] (dai suoi autori chiamati ”trovatori“) che canta l'[[amor cortese]], una relazione amorosa in gran parte idealizzata, rivolta a donne lontane o irraggiungibili.
 
Nella ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri]], si possono trovare molte terzine in cui "l'Amore" è dominatore incontrastato, e motivo ricorrente in tutta l'opera: innanzitutto nella parte dedicata alla storia di [[Paolo e Francesca]], ove domina l'amore terreno: ([[Inferno - Canto quinto]] vv. 73-142):{{citazione|Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, / prese costui de la bella persona / che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. // Amor, ch’a nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sì forte, / che, come vedi, ancor non m’abbandona. // Amor condusse noi ad una morte. vv. 100-106}} fino a giungere all'amore supremo, assoluto, ch'è anche l'ultimo verso del [[Paradiso (Divina Commedia)]]{{citazione|l'Amor che move il sole e l'altre stelle.}}
 
Nell'età del [[Rinascimento]], con le opere di [[Marsilio Ficino]], il suo allievo [[Francesco Cattani da Diacceto]] e [[Giordano Bruno]], comincia a svilupparsi sempre più il [[neoplatonismo]]; una delle basi fondanti di questa dottrina filosofica è l'amore nei confronti di tutto ciò che è bello, natura ed essenza dell'amore essendo quindi la ricerca della bellezza. Questo concetto si riferisce sia all'[[etica]] che all'[[estetica]], ed avrà un impatto significativo su tutta l'[[arte rinascimentale]].