Gatti (famiglia): differenze tra le versioni

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=== Il ramo Gatti Grami di Moglia ===
==== L'età risorgimentale ====
L'epoca in cui visse la discendenza di Domenico e Giuseppe Gatti furono anni di fermento politico: i [[Primavera dei popoli|moti del 1848]] e le [[Guerre di indipendenza italiane|Guerre d'indipendenza]] erano alle porte. Di fronte a questi eventi, l'accortezza con cui i Gatti rivolsero i propri interessi alla cura e al mantenimento dei propri beni si accompagnò all'impegno politico sul territorio: già si è detto del ruolo di Giuseppe Gatti nelcome Consigliere per il Dipartimento del Mincio sotto i francesi; negli anni quaranta invece, sotto il restaurato potere asburgico, fu la volta di Angelo Gatti Grami che venne nominato membro della Congregazione Provinciale di [[Mantova]], i cui sette componenti venivano scelti fra i possidenti nobili o borghesi della provincia i cui beni avessero un valore censuario non inferiore ai 2000 scudi. L'attività di Angelo Gatti all'interno di questo collegio fu inizialmente volta alla collaborazione col governo centrale, ma presto, resosi conto dell'ininfluenza degli organismi rappresentativi nei confronti delle autorità, pensò che la cacciata degli austriaci fosse l'unica speranza per il territorio mantovano: lo scoppio della [[Prima guerra di indipendenza]] nel [[1848]] parve l'occasione giusta per agire. Il Gatti organizzò quindi segretamente con Pietro Panzani ed altri il movimento di cospirazione e propaganda anti-austriaca che animò [[Mantova]] sino alla fine della guerra, la quale però si concluse con la vittoria degli austriaci.<ref>C. d'Arco, ''Studi intorno al Municipio di Mantova dall'origine di questa fino all'anno 1863 ai quali fanno seguito doc. rari ed inediti per Carlo d'Arco'', Guastalla 1873, p. 68.</ref> Da quel momento per il Gatti, già vittima di delazioni e una denuncia e quindi tenuto sotto controllo dalla polizia che sospettava fortemente di lui, fu sempre più difficile continuare l'attività politica in seno alla Congregazione Provinciale, fino al punto in cui, nel luglio del [[1849]], una petizione sottoscritta da cinque dei sette membri della Congregazione contro le imposte per il mantenimento dell'esercito austriaco causò a lui e agli altri sottoscrittori una pesante multa, seguita per il Gatti dall'apertura di un'istruttoria circa le sue attività durante la guerra e per l'ingegnere Arrivabene addirittura dalla prigione: gli esiti dell'istruttoria, che potevano prevedere la confisca dei beni e anche la pena di morte per alto tradimento fu scampata con la fuga e l'esilio. Angelo Gatti Grami infatti riparò nel [[Regno di Sardegna]], portando con sé la moglie Anna Coppini e i figli Giuseppe e Pompeo.<ref>T. Mazzola, ''Fatti, avvenimenti, episodi e personaggi mogliesi nell'età della restaurazione e delle guerre d'indipendenza (1815-1866)'', Quistello, Off. Grafica Ceschi, 1984.</ref><ref name=":4">G. Rumi - G. Mezzanotte - A. Cova, ''Mantova e il suo territorio'', Cariplo, Milano 1999.</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.comune.moglia.mn.it/upload/Moglia_ecm8/gestionedocumentale/SENTIMENTI%20MANTOVANI_784_21880.pdf|titolo=Sentimenti mantovani per un anniversario}}</ref>
 
Il ritorno a Mantova fu precluso per più di un decennio, dal momento che gli austriaci sorvegliavano con una fitta rete di spie e informatori le attività dei cittadini.