Violante Beatrice di Baviera: differenze tra le versioni

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Violante nasce il 23 gennaio 1673, quarta figlia di [[Ferdinando Maria di Baviera]] (31 ottobre 1636 – 26 maggio 1679), duca di Baviera ed Elettore del Sacro Romano Impero, e di [[Enrichetta Adelaide di Savoia]] (6 novembre 1636 – 13 giugno 1676), discendente dal ramo francese dei Borbone e il cui nonno era il [[Enrico IV di Francia]]. La bambina rimane presto orfana della madre all'età di tre anni e del padre all'età di sei anni. A occuparsi della sua crescita e alla sua educazione è la baronessa piemontese Federica Simeoni, che la introdusse fin da subito allo studio del liuto e del canto, della lingue straniere quali il francese, il turco e lo spagnolo, del teatro e, soprattutto, della poesia che coltiverà fino alla fine dei suoi giorni. Questi anni di giovinezza furono per la piccola principessa fatti di vita all'aria aperta, esercizio fisico, caccia ed equitazione. Attività che non potrà più praticare quando, a quindici anni, raggiunge la corte fiorentina, ambiente formale e tradizionalista.
 
== Il periodo fiorentino ==
=== La scelta ed il contratto ===
Nel [[Granducato di Toscana]], negli stessi anni, [[Cosimo III de' Medici]] vorrebbe che la propria stirpe proseguisse, ma il figlio, [[Ferdinando de' Medici]], è reticente al matrimonio. Si trova infine un compromesso nella possibilità data al giovane di compiere un lungo viaggio a [[Venezia]], in cambio l'erede convolerà a nozze. La prima scelta ricade sull'erede al trono del Portogallo, tuttavia dal sovrano lusitano vengono poste così numerose condizioni, tra cui l'annessione della Toscana sotto il regno portoghese, che i [[medici]] ripiegano su una soluzione meno drastica, ma pur sempre strategica. Il matrimonio con Violante di Baviera, infatti, avrebbe rafforzato i rapporti d'alleanza con i [[Borbone]], in un momento in cui la piccola Toscana era oggetto di mira da parte delle grandi potenze - Francia, Impero e Inghilterra -, poiché luogo nevralgico al confine con lo [[Stato Pontificio]]. Il 24 maggio 1688 viene stilato il contratto di matrimonio tra i due: Violante porterà una dote di 400.000 talleri e, in caso di morte del marito, il Granducato dovrà restituirgliene la metà; non solo, la famiglia [[De' Medici]] si impegna inoltre, in caso di vedovanza, a risarcirla con l'importante somma di 20.000 ungheri sotto forma di rendite di una città del [[Granducato]] da lei amministrabile. In cambio però, per non turbare gli equilibri della corte fiorentina, Violante potrà portarsi con sé solo una damigella di compagnia e una ragazza come servitù, mentre la principessa avrebbe preferito una corte al seguito più numerosa.<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Balestracci Duccio|titolo = VIOLANTE BEATRICE GRAN PRINCIPESSA DI BAVIERA|anno = 2010|editore = Protagon Editori|città = Siena}}</ref>
 
===La sceltaLe ednozze il contratto===
Nel
[[Granducato di Toscana]], negli stessi anni, [[Cosimo III de' Medici]] vorrebbe che la propria stirpe proseguisse, ma il figlio, [[Ferdinando de' Medici]], è reticente al matrimonio. Si trova infine un compromesso nella possibilità data al giovane di compiere un lungo viaggio a [[Venezia]], in cambio l'erede convolerà a nozze. La prima scelta ricade sull'erede al trono del Portogallo, tuttavia dal sovrano lusitano vengono poste così numerose condizioni, tra cui l'annessione della Toscana sotto il regno portoghese, che i [[medici]] ripiegano su una soluzione meno drastica, ma pur sempre strategica. Il matrimonio con Violante di Baviera, infatti, avrebbe rafforzato i rapporti d'alleanza con i [[Borbone]], in un momento in cui la piccola Toscana era oggetto di mira da parte delle grandi potenze - Francia, Impero e Inghilterra -, poiché luogo nevralgico al confine con lo [[Stato Pontificio]]. Il 24 maggio 1688 viene stilato il contratto di matrimonio tra i due: Violante porterà una dote di 400.000 talleri e, in caso di morte del marito, il Granducato dovrà restituirgliene la metà; non solo, la famiglia [[De' Medici]] si impegna inoltre, in caso di vedovanza, a risarcirla con l'importante somma di 20.000 ungheri sotto forma di rendite di una città del [[Granducato]] da lei amministrabile. In cambio però, per non turbare gli equilibri della corte fiorentina, Violante potrà portarsi con sé solo una damigella di compagnia e una ragazza come servitù, mentre la principessa avrebbe preferito una corte al seguito più numerosa.<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Balestracci Duccio|titolo = VIOLANTE BEATRICE GRAN PRINCIPESSA DI BAVIERA|anno = 2010|editore = Protagon Editori|città = Siena}}</ref>
 
===Le nozze===
Salutata da una [[Monaco di Baviera|Monaco]] festante con cerimonie e banchetti e dopo un viaggio durato quasi un mese, Violante arriva alle porte del [[Granducato]], dove però ad accoglierla vi è il cognato [[Gian Gastone de' Medici|Gian Gastone]], essendo [[Ferdinando de' Medici|Ferdinando]] ancora impegnato nei suoi viaggi di piacere pre-matrimoniali. Nonostante sia a [[Firenze]] già dal 29 dicembre del 1688, anche il suo ingresso ufficiale viene ritardato di qualche giorno, per permettere alla corte di terminare i preparativi secondo il gusto ricco e fastoso dei [[Medici]].<ref name=":1" />
[[File:Calcio fiorentino 1688.jpg|thumb|440x440px|Il calcio fiorentino in piazza Santa Croce a Firenze nel 1688.]] Il 9 gennaio 1689 si celebra il solenne matrimonio. Come riportato dalle cronache del tempo, prima della cerimonia Violante sfila per le strade di [[Firenze]] in un corteo seguito dal Granduca, gli ordini superiori dello Stato e i soldati, seduta in uno sfarzoso baldacchino portato da giovani rampolli della nobiltà toscana. La cappella è riccamente adornata, le più alte istituzioni politiche e clericali vi si sono riunite ed è il futuro Cardinale [[Jacopo Antonio Morigia]] ad officiare la cerimonia, al termine della quale il Granduca pone sul capo della sposa la corona con cui [[Papa Pio V]] aveva incoronato [[Cosimo I de' Medici]]. Dopo solenni orazioni, a palazzo Riccardi inizia il ricevimento, primo festeggiamento di un ricco programma che, in concomitanza col periodo carnevalesco, prevede: feste in maschera, banchetti, rappresentazioni teatrali, giostre e una partita di [[Calcio storico fiorentino]] organizzata per l'occasione. Celebrazioni alle quali furono dedicati numerosi odi e sonetti, nonché dipinti e medaglie commemorative. Il matrimonio dura diciott'anni, fino a quando, nel 1713, [[Ferdinando de' Medici|Ferdinando]] muore per la sifilide contratta durante il viaggio a [[Venezia]]. L'unione non era mai stata delle più felici: [[Ferdinando de' Medici|Ferdinando]] infatti non aveva mai fatto mistero di essersi sposato solo per compiacere il padre, senza mai prova nulla di profondo per la moglie; da parte sua “questa giovane e gentile, forse per inesperienza e certamente per la sua educazione religiosa, era incapace d esercitare un'attrattiva su suo marito” come scrisse nelle sue lettere [[Paolo Minucci]].<ref name=":1">{{Cita libro|autore = Calvi Giulia - Spinelli Riccardo|titolo = Le donne Medici nel sistema europeo delle corti|anno = 2008|editore = Polistampa|città = Firenze|pp = 433 - 451|volume = Tomo I}}</ref><ref>{{Cita libro|autore = Acton Harold|titolo = Gli ultimi Medici|anno = 1962|editore = Einaudi|città = Torino|pp = 166 - 175}}</ref>
 
=== La sua corte ===
Violante, non avendo potuto portarsi da [[Monaco di Baviera|Monaco]] la sua corte, a [[Firenze]] si trova circondata da soli Toscani. Fra questa aristocrazia, trovano un ruolo importante la senese Vittoria Piccolomini Bichi d'Aragona come Maestra di Camera, Piero Capponi che la servì per venticinque anni scandendo il suo cerimoniale, e Jacopo Guidi come primo segretario sia alla corte fiorentina che nel periodo senese.
 
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relazioni dando così all'universo femminile una dimensione di protagonismo all'interno del palazzo granducale. Questi anni a [[Firenze]] li trascorre principalmente con loro, attribuendo alle sue dame, come era usanza nelle accademie letterarie da lei frequentate, soprannomi e nomignoli che solo grazie alle composizioni poetiche del canonico [[Marco Antonio Mozzi]] ''Sonetti sopra i Nomi dati ad alcune Dame Fiorentine della Ser. Principessa Violante'' oggi possiamo associare i soprannomi alle persone.<ref name=":0" />
 
=== Crisi dinastica ===
Le speranze di [[Cosimo III de' Medici|Cosimo III]] per garantire una discendenza alla famiglia [[Medici]] erano riposte tutte nel matrimonio fra Violante e [[Ferdinando de' Medici|Ferdinando]] II, ma la sterilità di lei (nonostante i tentativi di [[Cosimo III de' Medici|Cosimo III]] di sopperire a tale disgrazia con pubbliche funzioni religiose per impetrarle la grazia divina, suscitando al contrario solo il ludibrio del popolo), oltre che la sifilide di lui, deludono tali aspettative. Il Granduca non può contare infatti sugli altri figli, poiché anche [[Gian Gastone de' Medici|Gian Gastone]] si rivela presto impotente ed omosessuale, mentre [[Anna Maria Luisa de' Medici|Anna Maria Luisa]], data in sposa ad un elettore palatino, aveva abortito due volte. In un estremo tentativo, nel 1709, ormai alla soglia dei cinquant'anni e malato, il fratello di [[Cosimo III de' Medici|Cosimo III]], [[Francesco Maria de' Medici|Francesco Maria]], viene prosciolto dai voti di Cardinale e fatto sposare con una giovane Gonzaga; ma la sposa non nasconde la repulsione per il marito malandato e anche questo matrimonio non dà eredi. A nulla valgono pertanto gli sforzi di [[Cosimo III de' Medici|Cosimo III]] di perpetrare la sua dinastia e mantenere l'indipendenza del [[Granducato di Toscana]], sempre più ambito da altre potenze europee più grandi e solide.<ref name=":0" />
 
=== La morte di Ferdinando ===
Col passare del tempo la salute di [[Ferdinando de' Medici|Ferdinando]] peggiora in modo drammatico: la sifilide lo sta consumando, il suo fisico è sempre più debilitato, gli attacchi epilettici sempre più ricorrenti; numerosi luminari italiani e stranieri cercano di curarlo ma invano, muore così il 30 ottobre 1713. Sebbene Violante avesse intenzione di tornare in [[Baviera]] dopo la morte del marito, [[Cosimo III de' Medici|Cosimo]] glielo impedisce non volendo pagare come da contratto, viste le scarse risorse economiche, quanto pattuito in termini di beni dotali. Si prospetta allora per Violante un nuovo scenario politico: il Governatorato della città di [[Siena]], rimasto da poco vacante per la scomparsa di suo cognato [[Francesco Maria de' Medici|Francesco Maria]]. Violante accetta pattuendo da subito con [[Cosimo III de' Medici|Cosimo]] l'entità dei suoi guadagni e la possibilità di portarsi la sua corte personale. La scelta di Violante fu vista dal ceto dirigente senese di buon occhio, sia perché, mancando da qualche tempo il governatore, la Consulta a lui sostituita non riusciva a sopperire con costanza ai suoi doveri, sia perché un governatore proveniente dalla famiglia granducale significava maggiore peso politico e giuridico per la città;<ref name=":0" /> tanto di buon occhio che un sacerdote senese scrisse in una sua lettera: “Violante è per Siena come la benefica pioggia che, nel maggio 1716, aveva allontanato dalle campagne lo spettro della siccità e, quindi, della carestia”.<ref>{{Cita libro|autore = Savelli Aurora|titolo = Le donne Medici nel sistema europeo delle corti|anno = 2008|editore = Polistampa|città = Firenze|pp = 327 - 341|volume = Tomo I}}</ref>
 
== Il governatorato di Siena ==
=== L'arrivo in città ===
[[File:Monogrammista L., med. di violante beatrice di baviera, arg.JPG|left|thumb|Medaglia commemorativa di Violante di Baviera]] Violante da subito dimostra il suo pragmatismo e la sua sobrietà: prima ancora di fare il suo ingresso a [[Siena]], fa sapere, tramite una lettera inviata alla [[Balìa]] l'8 aprile, di non gradire al suo arrivo nella città un'accoglienza carnevalesca e sfarzosa da parte del popolo, bensì che “fussero osservate tutte le buone costituzioni per la prammatica del vestire”.
 
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Violante approva la proposta innovativa che prevede la nomina nobiliare anche per quei cittadini che, seppur provvisti dei requisiti, non avevano mai fatto parte, né loro né i loro familiari, della Signoria, andando a forzare così il rigido conservatorismo delle istituzioni senesi. Nonostante questa forte presa di posizione, si destreggia abilmente fra le due ali, vecchia e nuova, riuscendo a mantenerne l'equilibrio grazie alla consapevolezza che entrambe nutrono l'ambizione di inserire la propria città in un contesto internazionale. La corte è scelta in modo da distribuire equamente le cariche fra tutte le famiglie più importanti e i vari [[Terzi (Siena)|Terzi]] di residenza, confermando così la volontà della Governatrice di creare una struttura governativa precisa e bilanciata.<ref name=":0" />
 
=== La regolamentazione del Palio ===
Violante si appassiona fin da subito alle vicende cittadine, riconoscendo nelle [[Contrada di Siena|contrade]] non un semplice aspetto pittoresco della città, ma delle vere e proprie istituzioni. A tal proposito, Violante acconsente senza riserva alla richiesta della [[Balìa]] di istituire un regolamento delle corse del [[Palio di Siena|Palio]], diventate un appuntamento importante al punto di essere
ripetuto anche nel mese di Agosto fin dai primi anni del secolo: è il 16 maggio 1721 quando il collegio di Balia emette il Bando che ancora adesso, seppur con l'aggiunta di modifiche, costituisce l'attuale regolamento del Palio. Redatto in 16 punti, sostituisce le norme, ormai inadatte, proposte dal precedente Governatore [[Francesco Maria de' Medici]] e introduce importanti novità fra cui: il limite di
dieci contrade partecipanti ad ogni [[Palio di Siena|Palio]] previa estrazione a sorte; gli orari da rispettare; la normativa del corteo storico che precede la corsa; vince il cavallo che compiuti i tre giri arriva primo al palco dei giudici; il comportamento, l'abbigliamento, il compenso del fantino e l'uso del nerbo; infine, vengono stabilite importanti regole sull'[[ordine pubblico]] a fine corsa.<ref name=":0" /><ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore = Martinelli Roberto|titolo = Palio e disposizioni normative|rivista = Sunto|url = http://www.sunto.org/I%20libri%20elettronici%20di%20Sunto/RobertoMartinelli/RobertoMartinelli.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.ilpalio.siena.it/5/Reg/Regolamento1721.aspx|titolo = www.ilpalio.siena.it|accesso = |data = }}</ref>
 
=== Il bando sui confini delle contrade ===
Il processo di regolamentazione delle [[Contrada di Siena|contrade]] continua in quegli anni, grazie ad un ulteriore Bando che sancisce in via definitiva il territorio di ogni contrada, riconosciuta come ente avente specifici diritti
sulla porzione di città assegnata. Il bisogno di sancirlo per iscritto, dal momento che tradizionalmente le contrade erano ritenute già tali, deriva da un caso sorto nel [[1718]]: la contrada dell'Aquila, seppur sparita dalla scena del
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== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = Golden Rose MNMA Cl2351 n1.jpg
|nome_onorificenza = Rosa d'Oro
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|luogo = [[1726]]
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