Piloni dello Stretto: differenze tra le versioni

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==Storia e descrizione==
Il traliccio siciliano, detto "pilone di [[Torre Faro]]" (in dialetto reggino e messinese ''u piluni''), fu progettato dalla [http://www.saelecco-club.it/le-torri-sullo-stretto-di-messina/la-saeuna-tra-scilla-e-caridditestimonianza/ SAE] a partire dal 1948 e [http://www.saelecco-club.it/le-torri-sullo-stretto-di-messina/la-sae-tra-scilla-e-cariddi/ costruito] tra il 1954 e il 1955 su commessa della [[Società generale elettrica della Sicilia]] (SGES); fu inaugurato nel maggio 1956, dall'allora [[presidente della Regione Siciliana]] [[Giuseppe Alessi (politico)|Giuseppe Alessi]], ed è alto 225 [[metri]], più otto della base di [[calcestruzzo armato]] che lo sostiene, per totali 233 metri. Il traliccio calabrese, situato sulla sommità della collina di Santa Trada, è identico, ma con i 169 metri sottostanti di promontorio, svetta a ben 394 metri sullo specchio d'acqua dello Stretto. Le fondazioni, sulle due sponde, con un corpo a struttura scatolare a forma di croce, sono diverse: quella della Torre Sicula, data la natura del terreno, si appoggia su quattro cassoni indipendenti che si spingono sino a 18 metri sotto il livello del mare, quella Calabra si appoggia sulla roccia direttamente in un profondo scavo. Proprio l'altezza della torre calabra, è stata utilizzata dal giornalista Francesco Romeo per entrare nel [[Guinness dei primati]] europeo, realizzando la più alta trasmissione televisiva continentale in una struttura aperta. Il 7 ottobre 2011 infatti, Romeo e la sua troupe realizzarono lo speciale TV ''Il superattico più bello del Mondo'', dedicato all'incredibile spettacolo che si ammira dalla sommità del pilone.
 
I piloni sono stati realizzati sul modello dei tralicci del primo attraversamento sul [[fiume Elba]], in [[Germania]] e, fino al completamento del secondo attraversamento su questo corso d'acqua, hanno vantato il record di più alti piloni del mondo.
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Difficile fu la tesatura dei conduttori: si trattava infatti di stenderli senza far toccare loro l'acqua; operazione complessa realizzata in tempi successivi e complicata dal<nowiki>dall''</nowiki>improvviso passaggio di una petroliera che non ebbe ad osservare i segnali di divieto che da giorni bloccavano lo Stretto.  Le operazioni iniziate il 15 luglio e la cui fine era prevista per il 30, furono terminate solo alle ore 15:40 del 22 settembre 1955 con l'ormeggio dei conduttori sulle due sponde.[http://www.saelecco-club.it/le-torri-sullo-stretto-di-messina/da-un-resoconto-dell-epoca/]
 
Le operazioni iniziate il 15 luglio e la cui fine era prevista per il 30, furono terminati invavoro", solo alle ore 15:40 del 22 settembre 1955 con l'ormeggio dei conduttori sulle due sponde.
 
I [[Conduttore elettrico|conduttori]], dovendo sorpassare la superficie marina ad una quota sufficientemente alta, dovevano essere mantenuti in alta tensione per gli oltre 3&nbsp;km della campata. Per questo non furono impiegati normali cavi conduttori, ma cavi d'[[acciaio]]. La scarsa [[Conduttanza elettrica|conducibilità elettrica]] dell'acciaio ha reso particolarmente costosa la trasmissione dell'[[elettricità]]. La resistenza richiesta alle forti raffiche di [[vento]] non ha inoltre consentito l'uso di conduttori intrecciati riducendone la capacità di trasporto. La mensola alla sommità misura 75 metri, così che i tre cavi fossero distanti 25 metri l'uno dall'altro per non collidere in caso di forte vento, fattore usuale nello stretto di Messina. La scarsa conduttività dell'acciaio dei cavi, ben inferiore al [[rame]] come trasmissione di energia, determinò la dismissione nel febbraio del [[1992]] della connessione aerea in favore di quella sottomarina, con il passaggio di un cavo rivestito che servisse la zona orientale della Sicilia. Il pilone siculo è stato oggetto di una totale riverniciatura all'indomani della dismissione, infatti si presenta in uno stato di conservazione migliore rispetto a quello calabro, che comunque è stato dichiarato solido da una perizia dell'[[Istituto italiano saldatura]] del 2008. Il traliccio di Torre Faro ha poi un'illuminazione cangiante nel colore e nell'intensità, mentre un recente furto di rame per tutta la superficie del pilone calabro, nonché dei pannelli fotovoltaici pochi giorni dopo la loro sistemazione di qualche anno fa da parte della [[Provincia di Reggio Calabria|provincia]], rende quasi invisibile perché senza illuminazione la struttura calabrese.