Piloni dello Stretto: differenze tra le versioni
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==Storia e descrizione==
Il traliccio siciliano, detto "pilone di [[Torre Faro]]" (in dialetto reggino e messinese ''u piluni''), fu progettato dalla [http://www.saelecco-club.it/le-torri-sullo-stretto-di-messina/
I piloni sono stati realizzati sul modello dei tralicci del primo attraversamento sul [[fiume Elba]], in [[Germania]] e, fino al completamento del secondo attraversamento su questo corso d'acqua, hanno vantato il record di più alti piloni del mondo.
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Difficile fu la tesatura dei conduttori: si trattava infatti di stenderli senza far toccare loro l'acqua; operazione complessa realizzata in tempi successivi e complicata
I [[Conduttore elettrico|conduttori]], dovendo sorpassare la superficie marina ad una quota sufficientemente alta, dovevano essere mantenuti in alta tensione per gli oltre 3 km della campata. Per questo non furono impiegati normali cavi conduttori, ma cavi d'[[acciaio]]. La scarsa [[Conduttanza elettrica|conducibilità elettrica]] dell'acciaio ha reso particolarmente costosa la trasmissione dell'[[elettricità]]. La resistenza richiesta alle forti raffiche di [[vento]] non ha inoltre consentito l'uso di conduttori intrecciati riducendone la capacità di trasporto. La mensola alla sommità misura 75 metri, così che i tre cavi fossero distanti 25 metri l'uno dall'altro per non collidere in caso di forte vento, fattore usuale nello stretto di Messina. La scarsa conduttività dell'acciaio dei cavi, ben inferiore al [[rame]] come trasmissione di energia, determinò la dismissione nel febbraio del [[1992]] della connessione aerea in favore di quella sottomarina, con il passaggio di un cavo rivestito che servisse la zona orientale della Sicilia. Il pilone siculo è stato oggetto di una totale riverniciatura all'indomani della dismissione, infatti si presenta in uno stato di conservazione migliore rispetto a quello calabro, che comunque è stato dichiarato solido da una perizia dell'[[Istituto italiano saldatura]] del 2008. Il traliccio di Torre Faro ha poi un'illuminazione cangiante nel colore e nell'intensità, mentre un recente furto di rame per tutta la superficie del pilone calabro, nonché dei pannelli fotovoltaici pochi giorni dopo la loro sistemazione di qualche anno fa da parte della [[Provincia di Reggio Calabria|provincia]], rende quasi invisibile perché senza illuminazione la struttura calabrese.
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