Isola Tiberina: differenze tra le versioni

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Al posto dell'obelisco, dopo la sua scomparsa, venne eretta una colonna (poi trasferita nel portico della [[Basilica di San Bartolomeo all'Isola|chiesa di San Bartolomeo]]) dove il 24 agosto di ogni anno si affiggeva l'elenco di chi non aveva seguito il precetto [[pasqua]]le; la colonna si frantumò nel [[1867]] a causa dell'urto di un carro. Si racconta che nel [[1834]] [[Bartolomeo Pinelli]], presente nella lista, si lamentò ufficialmente in sacrestia per essere stato inserito come miniatore, anziché incisore. Oggi sul luogo centrale si trova una piccola edicola reggicroce fatta costruire da [[papa Pio IX]] nel [[1869]] da parte di [[Ignazio Jacometti]], che nelle quattro nicchie raffigurò i santi collegati all'isola: [[san Bartolomeo]], [[Paolino di Nola|san Paolino da Nola]], [[san Francesco d'Assisi]], e [[san Giovanni di Dio]]. Nella stessa data del 24 agosto ricorreva la festa dei [[anguria|cocomeri]], in cui numerosi venditori esponevano la propria merce sull'isola; nel frattempo alcuni praticavano una gara di nuoto, dal [[ponte Fabricio]] a [[ponte Rotto]] per afferrare i cocomeri: i giochi sono stati proibiti nel [[1870]] a seguito degli incidenti dovuti alla corrente del fiume.
 
=== BasilicaOspedale di San BartolomeoFatemalefratelli ===
L'[[Fatebenefratelli San Giovanni Calibita|ospedale FatebenefratelliFatemalefratelli]], posto di fronte alla [[Basilica di San Bartolomeo all'Isola|basilica di SanSanta BartolomeoCroce]] , venne fondato dai seguaci di [[san Giovanni di Dio]] nel [[1583]], e rimodernato in seguito da [[Cesare Bazzani]] fra il [[1930]] ed il [[1934]]. Sulla destra si trova la [[chiesa di San Giovanni Calibita]], edificata sui resti del tempio di ''Iuppiter Iurarius'', e dedicata intorno all'[[870]]: la facciata è opera del [[1640]] di [[Luigi Barattoni|Luigi Baroni]], completata poi da [[Romano Carapecchia|Romano Catapecchia]] nel [[1711]].
{{vedi anche|Basilica di San Bartolomeo all'Isola}}
Sopra le rovine del [[tempio di Esculapio]] l'imperatore [[Ottone III]] volle costruire nel [[X secolo]] una chiesa dedicata ai [[sant'Adalberto di Praga|santi Adalberto]] (suo amico, vescovo di [[Praga]] e martirizzato nel [[998]]), [[Paolino di Nola|Paolino]] e [[san Bartolomeo|Bartolomeo]], e che dopo il restauro di [[papa Alessandro III]] nel [[1180]] mantenne la dedica solamente per l'ultimo santo (allo stesso evento risale un frammento di mosaico oggi presente sulla facciata); in precedenza, nel [[1113]], era stato aggiunto un campanile da parte di [[papa Pasquale II]]. All'interno si trova un antico pozzo con un bassorilievo raffigurante i tre santi (o forse il [[Gesù Cristo|Salvatore]], [[sant'Adalberto di Praga|sant'Adalberto]], [[san Bartolomeo]] e [[Ottone III]]), realizzato con il rocchio di un'antica colonna da [[Nicola d'Angelo]] o da [[Pietro Vassalletto]] nel [[XIII secolo]]: i romani credevano che l'acqua fosse miracolosa, essendovisi trovate le ossa dei martiri romani [[Esuperanzio]] e [[Marcello]], e un'iscrizione infatti riporta ''"Os putei Sci'' sancti ''circumdant orbe rotanti"''; nel secolo scorso il pozzo è stato chiuso a causa della malsanità dell'acqua.
 
Nella chiesa, nella prima cappella a destra, è conservata l'immagine della ''Madonna della Lampada'', legata all'inondazione del [[1557]] e alla tradizione del prodigio. L'immagine è una [[Madonna con Bambino]] affrescata nella seconda metà del [[XIII secolo]], e posta sopra una mole, per cui era conosciuta anche come ''Madonna delle Mole''. La tradizione vuole che in seguito ad una piena l'immagine fu sovrastata dalle acque, ma una lampada posta lì di fronte si mantenne accesa, e così rimase fino al termine dell'evento. Nella ''Cappella del Sacramento'' si trova invece una palla di cannone, di quattordici centimetri di diametro, sparata durante l'[[assedio di Roma (1849)|assedio di Roma del 1849]]: le persone che all'interno rimasero incredibilmente illese lasciarono l'oggetto sul luogo a ricordo dell'avvenimento.
 
Nel [[XVII secolo]] nacque la tradizione di una cerimonia in suffragio delle vittime del [[Tevere]]: ogni 2 novembre, giorno della [[commemorazione dei defunti]], al tramonto dalla chiesa di San Bartolomeo una processione della Confraternita dei Sacconi Rossi di Santa Maria dell'Orto - noti semplicemente come ''[[Sacconi Rossi]]'' - si recava con alcune torce accese fino alla riva, dove benedicevano le acque e lanciavano una corona di fiori. Dopo anni d'interruzione, la cerimonia è stata ripresa dal [[1984]] dalla Confraternita dei Sacconi Scuri. Un'altra tradizione vuole che un frate lombardo, un certo Fra Giambattista Orsenigo, fosse un validissimo cavadenti, e che fra il [[1867]] e il [[1903]] ebbe come pazienti numerosissime personalità, fra cui il [[papa Leone XIII]].
 
Nell'anno 1999 Giovanni Paolo II decise, in preparazione del Giubileo dell'anno 2000, di istituire una commissione "Nuovi Martiri", che avrebbe dovuto indagare sui martiri cristiani del Ventesimo secolo. La commissione ha lavorato due anni nei locali della Basilica di San Bartolomeo, raccogliendo circa 12.000 dossier di martiri e testimoni della fede giunti da diocesi di tutto il mondo.
 
Passato il Giubileo, Giovanni Paolo II volle che questa memoria dei testimoni della fede del Novecento potesse divenire qualcosa di visibile nella Basilica di San Bartolomeo. Nell'ottobre del 2002, con una solenne celebrazione ecumenica alla presenza dei cardinali Ruini, Kasper e George, e del patriarca romeno ortodosso [[Teoctist Arăpaşu|Teoctist]], è stata posta sull'altare maggiore una grande icona dedicata ai martiri del Novecento. L'icona rappresenta, con una simbologia presa dall'Apocalisse, le vicende dei martirii di cui si è venuti a conoscenza attraverso i lavori della commissione. Altre memorie di martiri sono collocate nelle cappelline laterali, ognuna dedicata ad una situazione storica particolare.
 
=== Ospedale Fatebenefratelli ===
L'[[Fatebenefratelli San Giovanni Calibita|ospedale Fatebenefratelli]], posto di fronte alla [[Basilica di San Bartolomeo all'Isola|basilica di San Bartolomeo]], venne fondato dai seguaci di [[san Giovanni di Dio]] nel [[1583]], e rimodernato in seguito da [[Cesare Bazzani]] fra il [[1930]] ed il [[1934]]. Sulla destra si trova la [[chiesa di San Giovanni Calibita]], edificata sui resti del tempio di ''Iuppiter Iurarius'', e dedicata intorno all'[[870]]: la facciata è opera del [[1640]] di [[Luigi Barattoni]], completata poi da [[Romano Carapecchia]] nel [[1711]].
 
=== Ospedale Israelitico ===