Persia: differenze tra le versioni

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[[File:Cyrus Cylinder.jpg|upright=1.6|thumb|Il [[cilindro di Ciro]], reperto in [[terracotta]] inciso con [[scrittura cuneiforme]] di [[lingua accadica]] ([[VI secolo a.C.]])]]
 
L'Impero achemenide stabilì inediti principi di [[diritti umani]] nel sesto secolo a.C. sotto [[Ciro il Grande]]. Dopo la sua conquista di [[Babilonia]] nel 539 a.C., il re promulgò il [[cilindro di Ciro]], scoperto nel 1878, e oggi riconosciuto da molti come il primo documento sui [[diritti umani]]. Il cilindro dichiarava che ai cittadini dell'impero sarebbe stato permesso di praticare la loro religione liberamente. Aboliva anche la [[schiavitù]], così tutti i palazzi dei re di Persia erano costruiti da lavoratori pagati in un'epoca di largo uso della manodopera servile. Queste due riforme trovano conferma nei libri biblici delle [[Libri delle Cronache|Cronache]], [[Libro di Neemia|Neemia]], e [[Libro di Esdra|Esdra]], che stabiliscono che Ciro liberò due seguaci dell'[[ebraismo]] dalla schiavitù e gli permise loro di fare ritorno alla loro terra. Il cilindro attualmente è conservato al [[British Museum]], e una replica è conservata al Quartier Generale delle [[Nazioni Unite]].
 
Nell'Impero achemenide, ai cittadini di tutte le religioni e gruppi etnici venivano concessi gli stessi diritti, e le donne avevano gli stessi diritti degli uomini. Il cilindro di Ciro documenta inoltre la protezione dei diritti di libertà e sicurezza, libertà di movimento, il diritto alla proprietà e diritti economici e sociali.