Erving Goffman: differenze tra le versioni
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Il principale contributo di Goffman alla teoria sociale è la sua formulazione dell'[[interazionismo simbolico|interazione simbolica]] nel suo ''[[La vita quotidiana come rappresentazione]]'' (''The Presentation of Self in Everyday Life'') del [[1959]]. Sebbene Goffman sia spesso classificato come un interazionista simbolico, egli tentò di correggere i difetti del cosiddetto indirizzo di pensiero. Per Goffman, la società non è una creatura omogenea. Noi dobbiamo recitare in modo diverso a seconda dei diversi teatri. Il contesto che dobbiamo giudicare non è un'ampia società, ma un contesto specifico. Goffman indica che la vita è un [[teatro]], dove il comportamento individuale è interpretabile alla luce dell'ampio contesto sottostante all'interazione simbolica faccia a faccia.
Autore, nel 1961, del testo ''Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza'' (''Asylums: Essays on the Condition of the Social Situation of Mental Patients and Other Inmates'') - che sarà il capostipite di un filone di pensiero - per il quale aveva attinto informazioni all'Istituto d'igiene mentale di [[
Ha anche scritto inoltre nel 1974 ''Frame analysis. L'organizzazione dell'esperienza'' (''Frame analysis: An essay on the organization of experience''). Molte delle sue opere formano la base della [[teoria del frame]] in [[sociologia]] e nella [[sociologia della comunicazione]]. Egli ha infine contribuito, assieme ad [[Harold Garfinkel]], all'approfondimento di temi sia dell'[[etnometodologia]] che della [[microsociologia]]<ref>P.P. Giglioli, ''Rituale, Interazione, Vita Quotidiana. Saggi su Goffman e Garfinkel'', Editrice CLUEB, Bologna, 1990.</ref>.
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