Calligrafia: differenze tra le versioni

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La calligrafia occidentale risale agli [[scriba|scribi]] greci e [[Civiltà romana|romani]] e si sviluppò poi nel periodo romanico con la grafia [[semionciale]], che si distinse da quella [[bizantina]], e poi con la fioritura del [[Gotico]] nel [[Medioevo]], che produsse pregevoli [[manoscritto|manoscritti]] [[Miniatura (arte)|miniati]]. I [[libro|libri]] scritti e decorati a mano divennero meno comuni dopo l'invenzione della [[Tipografia|stampa]] a opera di [[Johannes Gutenberg]] nel [[XV secolo]].
 
Verso la fine del [[XV secolo|Quattrocento]] si diffusero i primi manuali in coincidenza con il successo della lettera [[corsivo|corsiva]], tra i quali il manoscritto dell'[[umanista]] [[Feliciano da Verona]], che nel [[1463]] istruì i lettori sulla costruzione geometrica delle lettere, e soprattutto l'''Operina da imparare di scrivere littera cancellarescha'' del [[1522]] scritto da [[LodovicoLudovico degli Arrighi]] e i popolarissimi trattati di [[G. V. Palatino]] del [[1540]] e del [[Cresci]] ([[1560]]) con una ornamentazione più [[barocca]].<ref name="M">"Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. III, pag. 1</ref>
 
Dopo che nel [[XVII secolo]] si diffuse il gusto [[barocco]] che modificò alcune caratteristiche della calligrafia del [[XVI secolo|Cinquecento]], introducendo una maggiore rotondità, si assistette per tutto il [[XVII secolo|Seicento]] a una lotta tra il sistema cancelleresco italiano e quello francese, detto ''cursive françoise''. Alla fine prevalse il modello italiano anche se i più grandi calligrafi francesi, come il Barbedor riuscirono a raggiungere una soluzione di compromesso.<ref>"Universo'', De Agostini, Novara, Vol. II, pag. 522-523</ref>.