Antipapa Costantino II: differenze tra le versioni

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Nel frattempo il [[Primicerio]] Cristoforo e suo figlio Sergio, sagrestano pontificio, riuscirono con uno stratagemma a lasciare Roma e si diressero a [[Pavia]] per chiedere aiuto al re dei [[Longobardi]] [[Desiderio (re)|Desiderio]] il quale, ben lieto di intromettersi negli affari di Roma, con cui era sempre stato in rapporti difficili, si mostrò disponibile ad appoggiare la loro causa ed inviò il [[presbitero]] Valdiperto con un contingente militare. La truppa [[Longobardi|longobarda]] entrò in Roma, sempre da [[Porta San Pancrazio]], il 28 luglio [[768]]. Negli scontri che seguirono rimase ucciso il duca Totone, probabilmente da Grazioso, cognato di Sergio, che come premio ottenne il titolo di duca di Roma, mentre Costantino e i fratelli, rifugiatisi invano nel [[Palazzo del Laterano]], vennero arrestati. Gli scontri si protrassero ancora fino al 31 luglio, quando il partito filo-longobardo consacrò papa il [[presbitero]] [[Antipapa Filippo|Filippo]], [[cappellano]] del monastero di San Vito sull'[[Esquilino]]. Cristoforo s'impose nel suo ruolo di [[primicerio]], e il giorno successivo [[Antipapa Filippo|Filippo]] si ritirò senza opporre resistenza, lasciando il partito filo-longobardo in una situazione pericolosa. La reazione del clero e del popolo romano fu violenta, soprattutto con i vescovi e cardinali nominati da Costantino, che furono mutilati ed uccisi. Stessa fine fu riservata a Valdiperto, che aveva ignorato il clero e il popolo romano per imporre un uomo gradito ai [[Longobardi]] e che venne trucidato nel [[Pantheon (Roma)|Pantheon]], ove s'era rifugiato. Si trovò comunque presto l'accordo sul candidato proposto da Cristoforo, il [[presbitero]] [[papa Stefano III|Stefano]], titolare della [[Santa Cecilia (titolo cardinalizio)|chiesa di Santa Cecilia]], che si era tenuto fuori dai tumulti e che il 7 agosto [[768]], dopo più di un anno dalla morte di [[papa Paolo I|Paolo I]], venne consacrato papa<ref>C. Rendina, op. cit. pp. 231 e seg. - John N.D. Kelly, ibidem.</ref>.
 
Intanto Costantino era stato catturato, trascinato per le vie di Roma e segregato nel convento di Cellanova sull'[[Aventino]]: il 6 agosto venne deposto ed in seguito accecato, sembra su iniziativa di Grazioso. Il 12 aprile [[769]] si aprì in Laterano un [[concilio]] in cui si svolse un processo a Costantino che durò due giorni e che si concluse con il quasi linciaggio dell'imputato. Dice il ''[[Liber Pontificalis'']] che aappena certeil frasidisgraziato aCostantino suacercó difesadi pronunciatepronunciare dalalcune disgraziatoparole Costantino,a sua difesa ''"tutti i sacerdoti, infuriati, a furia di schiaffi gli fecero battere il volto a terra e poi lo cacciarono a calci fuori della Chiesa"'' <ref> G.Pepe, op. cit. p. 225.</ref>. La fine che poi fece Costantino non è certa, ma il concilio terminò con la distruzione di tutti gli atti ufficiali da lui promulgati<ref>John N.D. Kelly, op. cit., p. 258</ref> e con la decisione che in futuro il papa avrebbe dovuto essere scelto solo fra i [[diaconi]] ed i "prebiteri cardinali", mentre veniva ridimensionata fortemente la partecipazione dei laici alle elezioni del pontefice<ref>Ambrogio M. Piazzoni, ''Storia delle elezioni pontificie'', Casale Monferrato (AL), Ed. Piemme S.p.A., 2005. ISBN 88-384-1060-7. p. 80</ref>
 
== Note ==