Battaglia di Pichincha: differenze tra le versioni

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== Antefatto ==
 
Le colonie spagnole del [[Sudamerica]] conquistarono l'indipendenza tra il 1817 e il [[1822]], quando venne liberata la maggior parte del continente per opera dei generali [[José de San Martín]] e Simòn Bolìvar. Quest'ultimo (eroe delle vittoriose guerre d'indipendenza di [[Venezuela]] e [[Colombia]]) raggiunse l'Ecuador dopo una grave sconfitta da parte degli Spagnoli presso [[Consacà]].

Il generale Sucre si mise all'inseguimento del nemico che non aveva approfittato del disastro degli indipendentisti, e in pochi giorni arrivò sulle pendici gelate del vulcano [[Cotopaxi]], valicato il quale si trovava in vista di [[Quito]], dov'era arroccato il generale [[Melchor Aymerich]], devoto a Madrid.
 
Il 21 maggio 1822 Sucre arrivò a [[Chilogallo]], a sud-ovest di Quito, per affrontare i realisti, i quali però non attaccarono. Nella notte del 23 maggio Sucre si mise in marcia lungo la strada sulle pendici del vulcano [[Pichincha (vulcano)|Pichincha]] per occupare le vie a nord di Quito e isolare la città. Solo alcune unità di cavalleria portarono a compimento il piano: il resto dell'esercito si confrontò con i realisti.