Pila a combustibile elettro-galvanica: differenze tra le versioni

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Le pile a combustione elettro-galvanica hanno una durata limitata che si riduce con l'esposizione all'alta concentrazione di ossigeno, la reazione chimica infatti consuma il piombo che, a lungo andare, riduce la capacità della pila di misurare alte concentrazioni di ossigeno. Tipicamente la durata media di una cella utilizzata per le immersioni varia da tre anni, se viene tenuta sigillata in un sacchetto, fino a soli quattro mesi se viene invece tenuta in un ambiente in cui è presente ossigeno puro. È evidente che più una pila viene utilizzata e minore sarà la durata massima.
 
La reazione chimica precedentemente descritta permette di avere una tensione di uscita che dipende dai materiali utilizzati nella realizzazione, il valore dovrebbe teoricamente rimanere costante dal primo utilizzo fino a che la cella diviene inusabilenon più utilizzabile, nella realtà però la grandezza di uscita dipende anche da fattori esterni che incidono sulla reazione chimica. Di conseguenza a parità di concentrazione di ossigeno la misurazione può essere differente se effettuata in tempi diversi.
 
L'ossigeno è uno dei combustibili della cella, più alta è la concentrazione di ossigeno e più sarà la corrente che viene generata dalla reazione chimica. La corrente varia quindi in base all'ossigeno presente, è possibile richiamare più corrente dalla pila, perdendo però tensione, utilizzando un circuito apposito.