Grande balzo in avanti: differenze tra le versioni

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La collettivizzazione avvenne gradualmente, dal 1949 al 1958, prima attraverso le ''Squadre di mutuo aiuto'' (5-15 famiglie), poi nel [[1953]] con le ''Cooperative semplici'' (20-40 famiglie), infine nel [[1956]] con le ''Grandi cooperative'' (100-300 famiglie). Tali riforme, da alcuni chiamate ''Piccolo balzo in avanti'', furono generalmente impopolari, e condussero a forti resistenze fra i contadini, costretti a partecipare a riunioni di villaggio di giorni o settimane, finché "volontariamente" non aderissero alla collettivizzazione<ref>Jasper Becker (''La rivoluzione della fame'', pag.53); l'autore afferma che tali metodi coercitivi erano gli stessi usati durante la collettivizzazione in Unione Sovietica</ref>; moltissimi capi d'allevamento furono abbattuti dai contadini, che preferirono mangiarli piuttosto che cederli alle cooperative. Il partito usò metodi coercitivi e requisì i raccolti con la forza; nel 1956, fu introdotto un passaporto interno per costringere i contadini a restare nelle campagne, notevolmente più povere delle città.
 
La prima fase della collettivizzazione portò a risultati modesti e squilibrati, e causò nel 1956 uno stato di carestia, sebbene la macchina di propaganda del Partito annunciasse notevoli progressi. Nel complesso, il raccolto di grano nel periodo 1949-58 era inferiore a quello del periodo 1931-1937 e la produzione pro-capite era inferiore a quella del 1929-1933, anni colpiti da gravi carestie al nord. suca
 
=== Emerge la linea radicale ===