Maria Luisa d'Asburgo-Lorena: differenze tra le versioni

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La mattina del 29 marzo [[1814]] il corteo imperiale lasciava Parigi, minacciata a ovest dove i cosacchi avevano già invaso [[Neully]]. Il giorno dopo Parigi capitolò. Il viaggio dell'imperatrice terminò la sera del 2 aprile a [[Blois]], dove si trasferì la corte e continuarono a tenersi le sedute del Consiglio. Era il quarto anniversario del loro matrimonio e Maria Luisa scrisse a Napoleone, che si trovava a [[Fontainebleau]]: «Credo che la pace mi restituirà tutta la mia serenità. Bisogna davvero che tu ce ne faccia presto dono».<ref name="Herre 192-193">Herre, pp. 192-193</ref> Lo stesso giorno a Parigi, il Senato dichiarò decaduto l'imperatore. Napoleone sollecitò la moglie a scrivere una lettera a Francesco I per raccomandare se stessa e il figlio. Maria Luisa scrisse: «Lo stato delle cose è talmente triste e spaventoso per noi, che io cerco con mio figlio rifugio presso di Lei. È dunque nelle Sue mani, babbo carissimo, che io rimetto la mia salvezza».<ref name="Herre 192-193"/> Il 6 aprile Napoleone abdicò senza condizioni, senza nessuna successione per [[Napoleone II di Francia|Napoleone II]] né una reggenza per la madre. Il giorno dopo la notizia arrivò a Blois insieme a una missiva di Napoleone per Maria Luisa: «Addio, mia brava Louise, mi dispiace per te. Scrivi a tuo padre e chiedigli di darti la Toscana; quanto a me, non voglio che l'isola d'Elba».<ref name="Herre 192-193"/>
 
[[File:L'Imperatrice Marie-Louise par Jean Baptise Isabey 1812.jpg|thumb|L'imperatrice Maria Luisa.<br> Miniatura di [[Jean-Baptiste Isabey]], [[1812]].]]
 
Inizialmente Maria Luisa prese la decisione di raggiungerlo a Fontainebleau, poi fu convinta a restare a Blois. Scrisse al marito chiedendo istruzioni perché alcuni protendevano affinché lo raggiungesse, altri affinché tornasse dal padre. Napoleone non rispose e a Blois si presentarono un aiutante dello zar e un rappresentante del governo provvisorio francese che la convinsero a partire per [[Orléans]]. Nella città le furono confiscati gli oggetti di valore, non solo i beni di Stato, ma anche i regali fattile dal marito. Maria Luisa era terrorizzata, temeva di fare la fine di Maria Antonietta e scrisse a Napoleone che aveva la febbre, che sputava sangue e che aveva bisogno d'aiuto. L'11 aprile Napoleone le scrisse e le riferì le decisioni prese con gli alleati: lui avrebbe avuto l'Elba, lei e suo figlio il [[ducato di Parma, Piacenza e Guastalla]]. Continuava dicendole che avrebbe preferito che le dessero la Toscana, dimodoché potesse raggiungerlo per un soggiorno permanente all'isola d'Elba. Maria Luisa non seguì il marito nella sventura e il 16 aprile si incontrò col padre a [[Rambouillet]].<ref>Herre, p. 196</ref>