Voltaire: differenze tra le versioni

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Nell'ottobre [[1704]] entrò al rinomato collegio gesuita ''[[Lycée Louis-le-Grand|Louis-le-Grand]]''. In questo periodo il giovane Voltaire dimostrò una spiccata inclinazione per gli studi umanistici, soprattutto retorica e filosofia. Benché destinato a essere molto critico nei confronti dei gesuiti, Voltaire poté beneficiare dell'intensa vita intellettuale del collegio.<ref>F. Jacob, cit., pp. 19-21.</ref> L'amore per le lettere fu favorito in particolare da due maestri. Nei confronti del padre René-Joseph de Tournemine, erudito direttore del principale giornale dei Gesuiti - le ''Mémoires de Trévoux'' -, con cui avrebbe avuto qualche dissidio in materia di ortodossia religiosa, nutrì sempre gratitudine e stima.<ref>F. Jacob, cit., p. 22-24. In una missiva dell'agosto 1735 a Tournemine, Voltaire espresse a lui e a Porée la propria riconoscenza per avergli insegnato a « amare la virtù, la verità e le lettere » (« à aimer la vertu, la vérité et les lettres »); Voltaire, ''Correspondance'', Genève, Institut et Musée Voltaire, poi Oxford, Voltaire Foundation, 1968-1977, lettera D901.</ref> Con il professore di retorica, il padre Charles Porée, l'adolescente strinse un'amicizia anche più intensa e altrettanto duratura; l'ecclesiastico, che fu maestro di illustri pensatori quali [[Helvétius]] e [[Denis Diderot|Diderot]], era inoltre molto attivo in ambito letterario. Porée licenziò un'ampia produzione di poesie, oratori, saggi e canovacci teatrali, messi in scena, questi ultimi, nello stesso Collegio, dove il grande interesse per il teatro mise subito Voltaire a contatto con un'arte che avrebbe praticato lungo tutta la sua carriera.<ref>F. Jacob, cit., pp. 24-25.</ref>
 
Nel Collegio gli è impartita un'approfondita conoscenza del [[lingua latina|latino]], tramite la lettura di autori come [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]; di contro, assai scarso o forse del tutto assente fu l'insegnamento del [[lingua greca antica|greco]]<ref>I. Davidson, ''Voltaire: A Life'', New York: Pegasus Books, 2010, p. 4.</ref><ref> R. Pearson, ''Voltaire Almighty: A Life in Pursuit of Freedom'', New York-London: Bloomsbury, 2005, p. 24.</ref>. Nel corso della vita studierà e parlerà in maniera fluente tre lingue moderne, oltre al francese: l'[[lingua inglese|inglese]], l'[[lingua italiana|italiano]] e, in misura minore, lo [[lingua spagnola|spagnolo]], che userà in molte lettere con corrispondenti stranieri.<ref>[http://www.kirjasto.sci.fi/voltaire.htm Petri Liukkonen, ''Voltaire, pseudonyme de François-Marie Arouet'']</ref>
 
Nel [[1711]] lascia il collegio e s'iscrive, per volere paterno, alla scuola superiore di diritto che comunque lascerà dopo soli quattro mesi con fermo e deciso disgusto, in quanto egli non aveva mai espresso alcun desiderio di fare l'avvocato.<ref>{{cita|Davidson 2010|pagg. 3-11}}</ref> In questi anni s'inasprisce molto il rapporto con il padre, il quale mal sopporta la sua vocazione poetica e i continui rapporti con i circoli filosofici [[libertinismo|libertini]], come la ''Societé du Temple'' di Parigi. Indicativo di ciò è il fatto che Voltaire si vantava (a torto o a ragione) di essere un figlio illegittimo.<ref>Andrea Calzolari - Introduzione a ''Candido'' edizioni Oscar Classici Mondadori</ref><ref>Nel caso in cui fosse realmente figlio illegittimo, si potrebbe facilmente spiegare il ritardato battesimo: vedi sopra.</ref> Nel [[1713]] lavorò come segretario all'Ambasciata francese all'Aja, poi tornò a Parigi per svolgere il praticantato presso un notaio, per cercare di omaggiare rispettosamente le orme del tanto odiato padre; in realtà egli desiderava sottrarsi alla pesante influenza del genitore che infatti ripudiò dopo poco tempo, e cominciò a scrivere articoli e versi duri e caustici verso le autorità costituite.<ref>Andrea Calzolari, Biografia di Voltaire dal Candido, Oscar Mondadori</ref>