Lynx (zoologia): differenze tra le versioni

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== Descrizione ==
Le linci hanno una coda corta, e generalmente dei ciuffi di peli sulle punte delle orecchie nonché delle “basette” di lungo pelo ai lati del volto. Pesano da 15 a circa 35 kg, raggiungendo anche i 40 kg come nel caso della lince europea. Hanno un'altezza che va dai 55 agli 80 cm e una lunghezza che va da 110 a 150 cm (a seconda del sesso e della specie, i maschi sono generalmente più grandi). Frequentano soprattutto gli ambienti forestali non omogenei (come radure, canaloni, ecc.) e non troppo fitti, dove si trovano le prede di cui si nutrono ( conigli, roditori e uccelli ma anche animali di dimensioni maggiori come il [[Capreolus capreolus|capriolo]], il daino e il cervo). La lince preda tipicamente all'agguato, durante lo scatto per raggiungere la preda percorrono, una distanza media dai 5–20 m. Le linci aiutano a migliorare le condizioni del territorio eliminando gli individui deboli, malati, e vecchi. Possono attaccare animali domestici. Sono tolleranti nei confronti della presenza umana, purché sia possibile trovare prede a sufficienza per sfamare il branco.
 
== Distribuzione e habitat ==
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Sulle [[Alpi]] era un tempo presente la sottospecie ''[[Lynx lynx|Lynx lynx alpina]]''. In Italia la presenza della lince è documentata sulle Alpi Giulie (dove in Italia tuttora estinta) in particolare nelle Valli del Natisone e Torre, nella Val Resia e Val Canale dove è giunta dalla vicina Slovenia. Dopo un progetto di reintroduzione, che ha avuto scarso successo, è stata presente per un breve periodo anche nel [[Parco nazionale del Gran Paradiso]] la [[Lynx lynx|Lince europea]]<ref>«Si sono susseguite nel tempo osservazioni, dirette e indirette, ma, in mancanza di prove certe, non vi è ragione di parlare ancora dell'esistenza di individui residenti nell'area protetta. D'altra parte, la territorialità stretta degli adulti e la grande dimensione degli spazi vitali (circa 200-300 km²) consentono la presenza nell'intera area protetta di un massimo di due coppie di lince, la cui osservazione diventerebbe un evento non eccezionale», come si legge sulla [http://www.pngp.it/natura-e-ricerca/fauna/carnivori/la-lince ''Scheda sulla lince nel sito web del Parco N. del Gran Paradiso'']</ref> nella sottospecie ''[[Lynx lynx carpathicus]]''<ref>«In Italia, dopo un tentativo di reintroduzione che ha avuto scarso successo, la lince europea nella sottospecie Lynx lynx carpathicus è ancora presente in modo estremamente sporadico sulle Alpi centro-orientali. Altri esemplari della stessa specie stanno colonizzando le Alpi Orientali a partire dai paesi dell'Europa orientale. La popolazione sulle Alpi è stimata in oltre 150 esemplari»". [http://www.parchionline.it/lince-in-italia.htm ''Dal sito web Parchionline'']</ref>.
 
Per quanto riguarda gli [[Appennini]], la presenza della lince è stata attestata nell'area del [[Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise]] almeno sino agli [[anni 1920|anni venti]] del XX secolo, sulla base di numerose testimonianze di avvistamenti e dei segni lasciati in seguito ad attacchi ad animali<ref>L'elenco è stato riportato da [[Erminio Sipari|E. Sipari]], ''La lince nel Parco Nazionale d'Abruzzo'' (1926), ora in [[Lorenzo Arnone Sipari|L. Arnone Sipari]] (a cura di), ''Scritti scelti di Erminio Sipari sul Parco Nazionale d'Abruzzo (1922-1933)'', Temi, Trento 2011, pp. 89-93. L'Ente Parco, difatti, inserì nel 1923 la lince tra le specie rare e "nocive": cfr. Ente Autonomo del Parco Nazionale d'Abruzzo, ''Avvertenze per i cacciatori'', Tip. della Camera dei Deputati, Roma 1926, p. 12. Per altro lo zoologo [[Giuseppe Lepri|G. Lepri]], ''La fauna'', in ''Il Parco Nazionale d'Abruzzo'', [[Club Alpino Italiano]], Roma 1933, pp. 55-75, dava per scontata la presenza della lince, chiedendosi tuttavia: «Ma quale rappresentante [...] vive ancora nel Parco? È la grande Lince del Nord dell'Europa e della Alpi, o qualche forma affine ai Felini lincoidi dell'Africa o dell'Asia?» (Ivi, p. 63).</ref>, mentre più di recente, per la stessa area, non è nota prova alcuna della sua permanenza, nonostante le ipotesi di segno opposto più volte formulate dalla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]]<ref>[[Franco Tassi|F. Tassi]], ''La misteriosa lince'', in «Terra d'Abruzzo», 2003, pp. 8-9; C. Notarantonio, [http://espresso.repubblica.it/dettaglio/giallo-sull?avvistamento-di-una-lince-in-abruzzo/1840187 ''Giallo sull'avvistamento di una lince in Abruzzo''], in «[[L'Espresso]]» del 22.10.2007.</ref> e sebbene sia tuttora segnalata tra la sua [[fauna]] protetta<ref>Cfr. la [http://www.parks.it/parco.nazionale.abruzzo/par.php scheda] sul sito di Federparchi (parks.it).</ref>. Fra le sottospecie di lince eurasiatica alcuni autori avevano, in passato, parlato di una presunta lince della Sardegna ''Lynx lynx sardiniae''<ref>Pasquale Mola, ''Ancora della lince della Sardegna'', Tipografia di Attilio Friggeri, Roma 1908 ((Estr. da: «Bollettino della Societa Zoologica Italiana», 1908, fasc. 1.-2.,) la descrive sommariamente, alla stregua di un grosso [[Felis silvestris|gatto selvatico]].</ref>, di cui, tuttavia, non si è mai trovato riscontro.
 
=== America ===
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