Eduardo De Crescenzo: differenze tra le versioni

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==Biografia breve==
Nasce a Napoli nel 1951 in un quartiere popolare, “la Ferrovia”, di cui ci racconterà molto nelle sue canzoni. L’incontro di Eduardo con la musica arriva precocissimo: a tre anni riceve in dono la sua prima fisarmonica e subito la suona “a orecchio”.  A cinque anni debutta come fisarmonicista al Teatro Argentina di Roma e già inizia gli studi di musica classica.
===Le origini===
 
Nel 1981 debutta al Festival di Sanremo e s’impone alle grandi masse con '''Ancora''' che in pochi giorni si trasforma in un successo internazionale e gli regala la fama. Con milioni di copie vendute  è ancora oggi un evergreen amato e suonato in tutto il mondo.
A tre anni riceve in dono la sua prima [[fisarmonica]]; a cinque, il "bambino prodigio" debutta al [[teatro Argentina]] di [[Roma]]<ref>[http://www.eduardodecrescenzo.it/archivio%20stampa/anteprima/anteprima.pdf «I piccoli attori all'"Argentina" ottengono un clamoroso successo»] da ''[[Il Roma]]'' del 10 giugno 1957</ref> ed inizia gli studi classici con il maestro e direttore d'orchestra [[Giuseppe Bavota]]. Inizia a suonare giovanissimo in un gruppo beat, Eduardino e i Casanova<ref>[http://www.eduardodecrescenzo.it/archivio%20stampa/anni%2080/1989/Finalmente%20c'e%20il%20sole.pdf «Finalmente c'è il sole»] da ''[[Il Giornale di Napoli]]'' dell'11 giugno 1989</ref> (tutti originari, infatti, del Ponte di Casanova, nel quartiere [[Vicaria]] di Napoli) con cui incide il primo 45 giri ''[[Hai detto no!/La strada è il mio mondo]]'' nel [[1967]], dando così il via ad una lunga ed intensa gavetta che lo porterà, molto più tardi, fino a [[Festival di Sanremo|Sanremo]].
 
In un percorso di serietà e coerenza non ha mai dato voce a scadenze contrattuali prive di una reale ispirazione, non ha mai assoggettato al mercato del consumo facile la sua libertà espressiva. Elabora progressivamente uno stile personalissimo che nel tempo è diventato  inconfondibile.
Dopo gli studi di musica classica e l'università (alla facoltà di giurisprudenza, che però lascia dopo aver dato 8 esami) e molteplici esperienze musicali, alla fine degli [[Anni 1970|anni settanta]] firma un contratto con la [[Dischi Ricordi]]. Tra i vari lavori di De Crescenzo per la sua nuova casa discografica vi è la rielaborazione della ''Czardas'', composizione [[Ungheria|ungherese]] del [[XIX secolo]] del maestro [[Vittorio Monti]] e che porterà all'incisione, nel [[1978]], del brano ''La solitudine''. Nel [[1980]] inizia la collaborazione col duo [[Franco Migliacci]]-[[Claudio Mattone]].
 
Cantante, interprete, musicista e fisarmonicista raffinato, arrangiatore e produttore artistico di se stesso. Nelle sue canzoni si riconoscono le mille sfumature della sua formazione artistica e umana: gli studi di musica classica, la musica americana che ha influenzato i suoi primi dischi, il Mediterraneo percepito dalla sua terra, le esplosioni ritmiche o la concezione jazzistica con cui fa suonare la voce. Ci racconta le ansie dei tempi moderni, la lotta quotidiana per afferrare la vita ma anche le passioni,  le emozioni umanissime che sono in ognuno di noi e che la sua voce riesce a materializzare con sorprendente naturalezza.
 
Arriva ai suoi concerti sbucando quasi dal nulla, avvolto da un alone di mistero che si protrae nota dopo nota, dove tutto sembra al servizio delle emozioni e della musica.
 
Eduardo è un’emozione che si compone di tecnica, virtù e sentimento. Inutile tentare di scinderla. È il palcoscenico il luogo ideale per conoscerlo, perché  si fonde con lui e lo restituisce carico di risposte. Ci spiega quel suo camminare silenzioso e distante dalle consuetudini dello star system; ci spiega la sua napoletanità così lontana dai clichè istituzionalizzati.
 
De Crescenzo è un personaggio dai tratti comunicativi inconsueti, atipici. I suoi sono appuntamenti non cadenzati, a volte inaspettati, a volte dopo lunghi periodi di assenza dalla scena. A ogni rientro però un pubblico di nuova generazione accompagna i fedelissimi di sempre, coloro che ormai da trent’anni non si lasciano sfuggire nessuna delle sue centellinate apparizioni. La sua assenza fisica dalle scene sembra aumentare la trepida attesa del suo rientro, ogni volta più suggestivo; protetto da un velo di rispetto e di credito che non subisce scadenze.
 
Difficile capire da dove passi la forza mediatica e comunicativa che lo lega al suo pubblico. A volte, trovandosi immersi nella folla dei suoi concerti sembra quasi che ci sia stato un appuntamento segreto! Chi ha vissuto l’esperienza di un suo concerto sa quanto può essere difficile spiegare “qualcosa” che Eduardo ci rimanda con tanta disinvolta eleganza. “Qualcosa” di magico che lo porta ad attraversare i tempi e le mode, a superare le consuete divisioni generazionali, le barriere culturali; “qualcosa” che sfugge al normale controllo del prodotto commerciale e forse è propria qui la risposta: Eduardo non è un prodotto, è un artista, semplicemente. 
 
Nel 2012 annuncia dal palco live il suo nuovo progetto musicale '''ESSENZE JAZZ''' e nel 2013 pubblica l’album omonimo.  Un concerto acustico, virtuoso, emozionante che sembra materializzare e armonizzare tutto il suo vissuto artistico e umano.
 
Attualmente '''in concerto''' a incantare platee educate alla lettura della virtù ma anche platee affascinate dal brivido istintivo che la sua potenza espressiva riesce a infiltrare sotto la pelle.                              
 
=== Anni ottanta e novanta ===