Il conte di Montecristo: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Trama de Il conte di Montecristo}}
=== Il complotto ===
[[Marsiglia]], [[1815]]: anno della [[Restaurazione francese|Restaurazione Borbonica]]. Edmond Dantès è un giovane [[marinaio]] della [[nave mercantile]] ''Pharaon'' che sta per essere promosso a [[capitano]]; è, inoltre, in procinto di sposarsi con l'amata fidanzata [[#La famiglia Morcerf|Mercédès]]. Mosso dall'invidia, [[#La famiglia Danglars|Danglars]], scrivano della nave e aspirante da lungo tempo alla nomina di capitano, organizza una trappola per incastrare Edmond e strappargli, così, l'agognata promozione. Con la complicità di [[#La famiglia Morcerf|Fernand Mondego]] (cugino di Mercédès e dichiaratamente innamorato di lei, seppur respinto) e [[#Altri personaggi importanti|Gaspard Caderousse]] (invidioso vicino di casa di Dantès), Danglars scrive una lettera anonima, con la qualedove denuncia Edmond di essere un agente [[Bonapartismo|bonapartista]]. La missiva finisce nelle mani del sostituto procuratore del re e [[magistrato]] pubblico [[#La famiglia Villefort|Gérard de Villefort]]. Quest'ultimo, desideroso di mostrarsi degno di entrare a far parte della ricca famiglia dei marchesi di Saint-Méran (filo monarchici) per poterne sposare la figlia Renée, e allo stesso tempo proteggere il proprio padre (attivo bonapartista al quale era rivolta una missiva affidata a Dantès scritta di pugno da Napoleone), manifesta una particolare inflessibilità contro Dantès (nonostante sia consapevole della sua innocenza ed estraneità alle accuse) e ordinagli ilemette suocontro un ordine di arresto.
 
=== La prigionia ===
{{doppia immagine|right|Monte-Cristo if castle - marseille France by JM Rosier.JPG|275|Facial pic of If castle.jpg|170|A sinistra veduta della prigione-fortezza nota come il ''Castello d'If''; a destra la facciata della prigione.}}
 
Edmond Dantès viene arrestato e condotto nottetempo nella prigione del [[Castello d'If]] dove, per la gravità del reato imputatogli, vi avrebbe trascorso la vita, il tutto senza mai poter comparire di fronte ad un giudice per difendersi dalle accuse mosse contro di lui. Qui, proprio quando le speranze di tornare libero svaniscono, fa la conoscenza di un altro prigioniero, l'[[abate Faria]]<ref name= Faria>Curioso notare come la traduzione italiana di [[#Tagli e censure nella traduzione di Emilio Franceschini|Emilio Franceschini]], per molto tempo la più diffusa in Italia, abbia omesso in tutto il testo il termine "abate" associato a Faria, attribuendogli invece il laico titolo di "scienziato". Il solo abate presente nella suddetta traduzione è quello interpretato da Edmond Dantés: l'abate Busoni.</ref>, che da anni sta scavando un tunnel sotterraneo, nella speranza che possa condurlo fuori dalla fortezza.
 
Edmond decide di aiutare l'anziano, il quale - per contro - aiuta Dantès a fare luce sugli eventi che lo hanno condotto in prigione. Consapevole di essere stato vittima di un complotto, Edmond giura di vendicarsi di tutti quelli che lo hanno incastrato. In attesa di realizzare il suo piano si fa istruire da Faria in varie discipline, dall'[[economia]] alla [[matematica]], dalle lingue straniere alla filosofia, almeno fino a quando l'anziano abate viene colpito da una serie di [[Ictus|attacchi apoplettici]] che lo portano alla morte.