Renato Sandalli: differenze tra le versioni
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Al suo ritorno in patria viene assegnato al [[1º Stormo]], passando poi alla Scuola caccia, e quindi all'Ufficio di Stato Maggiore della Regia Aeronautica. A partire dal novembre [[1934]], e fino al settembre [[1936]], fu comandante, con il grado di [[colonnello]]<ref>Fu promosso colonnello nel corso del [[1935]].</ref> del [[9º Stormo|9º Stormo da bombardamento]]. Dal 1º ottobre<ref name=L5p239>{{Cita|Lioy 1965|p. 239}}.</ref> dello stesso anno, in occasione dell'inizio della [[Guerra d'Etiopia]], diviene responsabile del settore est dell'[[Aeronautica dell'Africa Orientale]] (nell'[[Africa Orientale Italiana]]), ricoprendo tale ruolo fino al settembre [[1937]].<ref name=L5p239/> Per le sue qualità dimostrate durante il corso delle operazioni belliche, viene insignito del titolo di [[ordine militare di Savoia|Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia]].<ref name=U9p174/> Successivamente assume la Direzione del materiale e degli aeroporti del Comando dell'Aeronautica dell'A.O.I. Nel corso del [[1938]] viene elevato al rango di [[Generale di brigata aerea]].<ref name="L'Unità, 24 ottobre 1968">''L'Unità'', 24 ottobre 1968.</ref> Dal gennaio 1939 al gennaio 1940 dirige il 1° Centro sperimentale, per passare poi al Comando dell'[[Aeronautica dell'Albania - AALB]] e quindi allo Stato Maggiore come capo della Segreteria Tecnica. Il 18 novembre [[1942]] viene promosso [[generale di divisione aerea]].<ref name="L'Unità, 24 ottobre 1968"/>
In seguito alla caduta del [[fascismo]], avvenuta il 25 giugno [[1943]],<ref name=H6p168>{{Cita|Hingham, Sullivan 2006|p. 168}}.</ref> il giorno 27<ref name=C2p195>{{Cita|Candeloro 2002|p. 195}}.</ref> entrò a far parte del [[governo Badoglio I]].<ref name=C2p195/> Il nuovo Capo del Governo conservava<ref name=H6p168/> un eccellente ricordo dell'operato di Sandalli durante la [[Guerra d'Etiopia]],<ref name=H6p168/> e lo volle come [[Capo di stato maggiore]] della Regia Aeronautica al posto del generale [[Rino Corso Fougier]],<ref name=H6p168/>
In seguito alla proclamazione da parte di [[Radio Algeri]],<ref name=C2p221>{{Cita|Candeloro 2002|p. 221}}.</ref> l'8 settembre, dell'avvenuta firma dell'[[Armistizio di Cassibile|armistizio]]<ref name=H6p168/> con gli Alleati a [[Cassibile]] il [[Vittorio Emanuele III|Re]],<ref name=H6p168/> il governo e i principali capi militari abbandonarono precipitosamente la Capitale, per recarsi a Pescara, da dove raggiunsero [[Brindisi]]<ref name=H6p168/> a bordo della corvetta ''Baionetta''. Sandalli fu uno degli ultimi a lasciare Roma, dirigendosi a bordo di un'auto verso l'[[aeroporto di Guidonia]],<ref name="L'Unità, 24 ottobre 1968"/> dove sperava di trovare un velivolo per raggiungere Brindisi.<ref name="L'Unità, 24 ottobre 1968"/> Fermato ad un posto di blocco tedesco da elementi della [[SS|divisione corazzata SS ''Hermann Goering'']] ,<ref name="L'Unità, 24 ottobre 1968"/> venne rilasciato e riuscì a raggiungere [[Pescara]] dove si imbarcò anch'egli sul ''[[Baionetta (F 578)|Baionetta]]''. Con il grado di [[Generale di divisione aerea]] ricoprì i due incarichi anche<ref name=H6p168/> nel [[governo Badoglio II]],<ref name=C2p278>{{Cita|Candeloro 2002|p. 278}}.</ref> costituito a [[Salerno]] il 22 aprile [[1944]],mantenendo l'incarico fino al 18 giugno dello stesso anno. Dopo la fine della [[seconda guerra mondiale|guerra]] divenne comandante della 1ª Zona Aerea Territoriale, ricoprendo l'incarico dal giugno [[1949]] al settembre [[1951]]. Dal dicembre 1954 al febbraio 1955 fu presidente della Sezione aeronautica del Consiglio superiore delle Forze Armate. Si tolse la vita a [[Roma]]<ref name=U9p174/> il 23 ottobre [[1968]],<ref name="L'Unità, 24 ottobre 1968"/> sparandosi un colpo di pistola alla testa.<ref name="L'Unità, 24 ottobre 1968"/>
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