Gianni Celati: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
'''Giovanni Celati''', detto Gianni, nasce a [[Sondrio]], ove si trova la famiglia a causa del lavoro del padre, usciere di banca spostato spesso di sede in sede a causa dei litigi con i suoi superiori. Il padre Antonio era originario di [[Bondeno]], vicino [[Ferrara]], mentre la madre, Exenia Dolores Martelli, era nata a [[Portomaggiore|Sandolo]], vicino al [[delta del Po]]. Gianni Celati passa l'infanzia e l'adolescenza in [[provincia di Ferrara]]. Finito il liceo, durante un campeggio estivo a [[Marina di Ravenna]], conosce una fanciulla tedesca che vuole a tutti i costi rivedere, così gli amici fanno una colletta per mandarlo ad [[Amburgo]], dove rimane nove mesi grazie al denaro che gli invia suo fratello Gabriele (1928-2003), avvocato. Laureatosi in [[letteratura inglese]] presso l'[[Università di Bologna]] con una tesi su [[James Joyce]], scrive articoli per ''[[Marcatré]]'', ''[[Lingua e stile]]'', ''[[Il Verri]]'', ''[[Il Caffè (Vicari)|Il Caffè]]'', ''[[Quindici (rivista)|Quindici]]'', ''[[Sigma (rivista)|Sigma]]'' ecc. oltre a pubblicare le prime traduzioni, tra cui ''Futilità'' di [[William Gerhardie]] e ''[[Colloqui con il professor Y]]'' di [[Louis-Ferdinand Céline]]. Nel [[1971]] pubblica il suo primo romanzo, ''[[Comiche]]'', per [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] (nella collana sperimentale ''[[La ricerca letteraria]]'', con una nota di [[Italo Calvino]]<ref>In un colloquio con [[Ferdinando Camon]], [[Italo Calvino|Calvino]] definirà Celati un "vulcano di idee, l'amico con cui ho lo scambio d'idee più nutrito", cfr. ''Saggi'', Mondadori, Milano 1995, tomo II, p. 2785.</ref>) mentre collabora a «[[Periodo Ipotetico]]» e a diverse altre riviste.
{{citazione|Quando Calvino veniva in Italia da Parigi, per andare a lavorare da Einaudi, una settimana al mese, mi telefonava tutti i giorni e ci scambiavamo idee. Io avevo la borsa di studio a Londra e viaggiavo con una macchina scassata: un camion mi aveva tamponato e la portiera mi arrivava fino alla spalla. Ma con quella macchina andavo avanti e indietro una volta ogni tre o quattro mesi e, passando da Parigi, mi fermavo a dormire da Calvino|Gianni Celati, Testimonianza raccolta in N. Palmieri, in ''Documentari imprevedibili come i sogni'', Fandango, Roma 2011}}