Emirato di Tbilisi: differenze tra le versioni
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Le prime incursioni arabe in Georgia si verificarono tra il [[642]] ed il [[645]], durante la [[Conquista islamica della Persia|conquista della Persia]]. Le incursioni si trasformarono ben presto in un'invasione su larga scala, che condusse alla presa di Tbilisi nel 645.<ref name="Suny">R. G. Suny, ''The Making of the Georgian Nation'', Indiana University Press, 1994, pp. 26-37<!-- Titolo generato automaticamente --></ref> Il principe d'Iberia [[Stefano II d'Iberia|Stefano II]] fu quindi costretto a riconoscere la signoria del [[Califfato dei Rashidun]]. Tuttavia, la regione continuò a rimanere marginale agli occhi del Califfatto e, anche se ufficialmente integrata nella neonata provincia di [[Emirato d'Armenia|Arminiya]], i sovrani locali poterono giovarsi di maggiore autonomia rispetto a quanto accaduto sotto i precedenti protettorati bizantini e sasanidi.
Nei primi decenni della propria esistenza, il Califfato era politicamente instabile e non aveva ancora sviluppato un sistema amministrativo capace di tenere sotto controllo i numerosi territori conquistati. La principale manifestazione del potere arabo sulla regione fu un comando di tipo religioso: il pagamento di una tassa (per i territori sotto controllo diretto) o di un tributo (per gli Stati vassalli) a carico dei [[Dhimmi|non islamici]], chiamato ''"[[Jizya]]"''. Il pagamento simboleggiava la sottomissione allo Stato islamico, ma per i [[cristiani]] del Caucaso era anche una via per evitare nuove invasioni o spedizioni punitive arabe. In Iberia come in [[Armenia]], le rivolte contro il tributo divennero frequenti nella seconda metà del VII secolo, ogni qual volta la nobiltà locale ed i principi percepivano la debolezza politica del Califfato. La rivolta più significativa, che travolse l'intera regione caucasica, si verificò tra il [[681]] ed il [[682]], ed in terra georgiana fu guidata dal principe [[Adarnase II d'Iberia|Adarnase II]]. Dopo due anni di lotta, la rivolta fu sedata, mentre Adarnase II fu ucciso e sostituito da [[Guaram II d'Iberia|Guaram II]], nominato dagli arabi.<ref name="Suny"
Nel loro obiettivo di affermare il proprio dominio sull'Iberia, gli arabi dovettero contrastare le altre grandi potenze della regione, ossia l'Impero bizantino ed il [[Khazaria|Khanato di Khazaria]]. Quest'ultimo governava sulle steppe a nord del [[Gran Caucaso]] ed aveva iniziato a giocare il proprio ruolo nella regione sin dall'inizio del VII secolo, quando si associò ai bizantini contro la Persia. Successivamente, i khazari fermarono con successo le armate musulmane in una serie di guerre, ma al tempo stesso aiutarono gli arabi a sopprimere la rivolta del 681-682.<ref name="Armenia Georgia">C. Toumanoff, ''Armenia and Georgia'', in ''The Cambridge Medieval History'', Cambridge, 1966, vol. IV<!-- Titolo generato automaticamente --></ref> In sostanza, le terre georgiane si trovarono strette in mezzo alle contese tra arabi e khazari. Nel frattempo i bizantini, che non avevano ancora rinunciato all'idea di ristabilire la propria signoria sull'Iberia, rafforzarono il proprio controllo sulle regioni costiere dell'[[Abcasia]] e di [[Egrisi]], non ancora raggiunte dagli arabi. Attorno al [[685]] l'imperatore [[Giustiniano II Rinotmeto]] concluse una tregua con il califfo, attraverso cui i due sovrani si accordarono per il possesso congiunto dell'Iberia e dell'Armenia. Ciononostante, la vittoria araba nella [[battaglia di Sebastopolis]] ([[692]]) sconvolse l'equilibrio e condusse ad una nuova conquista musulmana dell'Armenia, nonché alla caduta del Regno di Egrisi (Lazica). Sì stabilì quindi un nuovo ''status quo'', maggiormente favorevole agli arabi.
=== L'ascesa dell'Emirato ===
Attorno al [[730]] due fattori condussero al cambiamento nella politica [[Omayyadi|omayyade]] verso la Georgia. In primo luogo, i khazari erano riusciti ad invadere il territorio persiano, giungendo fino a [[
La campagna militare fu devastante per la Georgia. Marwan non si limitò ad invadere la [[Cartalia]], come già fatto dai suoi predecessori, ma spinse le proprie armate a caccia dei principi georgiani in ritirata verso occidente, dalla [[Meschezia]] fino all'[[Abcasia]]. Qui, Marwan assediò la fortezza di [[Anacopia]], dove stazionavano [[Archil di Cachezia]], suo fratello [[Mihr di Cachezia|Mihr]] e [[Leone I d'Abcasia]]. Tuttavia, le armate arabe non riuscirono a prendere la fortezza e furono costrette a ripiegare. Secondo lo storico [[Cyril Toumanoff]], proprio la Georgia occidentale, a quel tempo dipendente dall'Impero bizantino, rappresentava il principale obiettivo della campagna, mentre il Principe d'Iberia Guaram III avrebbe supportato le forze arabe per respingere i khazari, rei di aver devastato le sue terre.<ref name="Iberia">C. Toumanoff, ''Iberia between Chosroid and Bagratid Rule'', in ''Studies in Christian Caucasian History'', Georgetown, 1963<!-- Titolo generato automaticamente --></ref> Ad ogni modo, una volta abbandonata la Georgia occidentale, Marwan installò un [[emiro]] arabo a Tbilisi ([[736]]) e poi diresse le proprie armate contro i khazari ([[737]]). Quest'invasione segnò profondamente la memoria collettiva dei georgiani, i quali soprannominarono Marwan con l'appellativo ''"il Sordo"''.
[[File:Caucasus 750n de.png|thumb|left|La regione del Caucaso nel 750]]
Il nuovo emirato si trovò subito coinvolto in una contesa con la restante nobiltà georgiana e con il Principato d'Iberia, che non era stato completamente abolito. Nel [[744]] Marwan divenne califfo, ma alla sua morte la dinastia omayyade cessò di esistere. Ciò condusse ad una guerra civile nell'impero islamico e permise ai cristiani del Caucaso di chiedere nuovamente aiuto a [[Costantinopoli]].<ref name="Armenia Georgia"
Da quel momento la bilancia del potere locale tra arabi e georgiani divenne più favorevole ai primi. A ciò contribuì l'estinzione delle antiche dinastie iberiane dei [[guaramidi]] e dei [[cosroidi]],<ref name="Armenia Georgia"
Alcune regioni della Georgia, lontane dalle città principali e dalle rotte commerciali, mantennero un alto grado di autonomia, specialmente nell'area occidentale.<ref name="Suny"
[[File:Ateni Sioni church inscription (853).jpg|thumb|Iscrizione relativa al sacco di Tbilisi]]
Dall'[[833]], sotto la guida di [[Ishaq ibn Ismail]], l'Emirato riguadagnò potere sulle terre georgiane, imponendo la propria signoria su molti principi ed obbligando i Bagration a pagare un tributo.<ref name="Suny"
=== Il progressivo declino ===
L'invasione dell'853 provocò un sostanziale indebolimento dell'Emirato. Esso fu affidato alla tribù dei [[Banu Shayban]], ma i califfi non permisero più che il suo potere crescesse. Nel frattempo, sotto [[Basilio I il Macedone]] ([[867]]-[[886]]), l'Impero bizantino sperimentò una rinascita politica e culturale, la quale stimolò i cristiani caucasici ad affrancarsi dal dominio arabo. I bagratidi d'Armenia e di Georgia acquisirono sempre più potere. La monarchia fu restaurata in Armenia nell'[[886]] ed in Georgia (con il titolo di ''"Regno dei [[kartveli]]"'') tra l'[[888]] e l'[[891]].<ref name="Suny"
[[File:David IV of Georgia (Gelati fresco).jpg|thumb|upright=0.6|left|Davide IV]]
Un altro vassallo del Califfato, il [[Sagidi|sagide]] [[Yusuf ibn Abi'l-Saj]], emiro dell'odierno [[Azerbaigian persiano]], guidò nel [[914]] l'ultimo tentativo di restaurazione del dominio abbasside sul Caucaso. Tuttavia, l'invasione si rivelò politicamente fallimentare. Devastando le terre georgiane, Yusuf spinse i bagratidi a ripristinare la propria alleanza con Costantinopoli. Questa rinnovata alleanza con la maggiore potenza cristiana della regione garantì alla Georgia la libertà dall'interferenza araba e favorì una fioritura economica ed artistica.<ref name="Armenia Georgia"
Dopo quest'invasione gli arabi cessarono di giocare un ruolo significativo nella storia del paese. La progressiva unificazione del [[Regno di Georgia]] poté proseguire senza nuove intromissioni arabe. Solo Tbilisi ed i suoi dintorni continuarono ad essere guidati da un emiro, il cui legame con il Califfato divenne piuttosto tenue. Durante l'[[XI secolo]] i cittadini ricchi della capitale guadagnarono più potere, grazie soprattutto all'istituzione di un [[Consiglio degli Anziani]] (''"tbileli berebi"''). Esso mantenne in vita l'Emirato fondamentalmente per evitare la tassazione altrimenti dovuta ai [[Sovrani di Georgia|re di Georgia]].<ref name="Suny"
Attorno al [[1060]] l'[[Impero selgiuchide]] rimpiazzò gli arabi nel ruolo di principale minaccia islamica contro la Georgia. Nel [[1068]] [[Alp Arslan]] nominò [[Fadlun di Ganja]] come emiro, ma quando costui morì, nel [[1080]], l'Emirato fu sottoposto al controllo del Consiglio degli Anziani. Nel [[1121]] il re georgiano [[Davide IV di Georgia|Davide IV il Fondatore]] sconfisse i [[selgiuchidi]] nella [[battaglia di Didgori]]. Questa vittoria gli permise di entrare a Tbilisi nel [[1122]], ponendo fine a secoli di presenza araba nella città. Tbilisi perse la propria autonomia, ma divenne la nuova capitale del Regno di Georgia. La carica di emiro (in georgiano: ამირა, ''amira'') sopravvisse a Tbilisi e altrove nella forma di un ufficiale georgiano di nomina reale. Nel [[XVIII secolo]] fu sostituita da quella di ''[[mouravi]]''.
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== Emiri di Tbilisi ==
=== Shuabidi ===
* Ismail b. Shuab, (736-813)
* Mohammed b. Atab, (813–829)
* Ali b. Shuab, (829–833)
* Ishaq b. Ismail b. Shuab, (833–853)
=== Shaybanidi ===
* Mohammed b. Khalil, (853–870)
* Isa b. ash-Sheikh ash-Shayban, (870–876)
* Ibrahim, (876–878)
* Gabuloc, (878–880)
=== Jaffaridi ===
* Jaffar I b. Ali, (880–914)
* Mansur b. Jaffar, (914–952)
* Jaffar II b. Mansur, (952–981)
* Ali b. Jaffar, (981–1032)
* Jaffar III b. Ali, (1032–1046)
* Mansur b. Jaffar, (1046–1054)
* Abul-Haija b. Jaffar, (1054–1062)
* ''Consiglio degli Anziani'', (1062-1068)
* Fadlun di Ganja, (1068–1080, nominato da Alp Arslan)
* ''Consiglio degli Anziani'', (1080-1122)
== Note ==
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* C. Toumanoff, [http://rbedrosian.com/Ref/Toumicb/toumicb.html ''Iberia between Chosroid and Bagratid Rule''], in ''Studies in Christian Caucasian History'', Georgetown, 1963.
* C. Toumanoff, [http://rbedrosian.com/Ref/CMH1.htm ''Armenia and Georgia''], in ''The Cambridge Medieval History'', Cambridge, 1966, vol. IV.
* R. G. Suny, ''The Making of the Georgian Nation'', Indiana University Press, 1994, pp.
* D.Thomas-B. Roggema, ''Christian-Muslim Relations. a Bibliographical History''. Vol. 1 (600-900), Brill Publishers, 2009, pp.
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