Quinquennio d'oro: differenze tra le versioni

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Il '''Quinquennio d'oro''', anche noto come '''Quinquennio''' o la '''Juventus del Quinquennio''', è il periodo storico di cinque anni della [[Squadra di calcio|società]] [[Calcio (sport)|calcistica]] [[italia]]na [[Juventus Football Club|Foot-Ball Club Juventus]]<ref name="storia">{{cita|Manzo, Peirone|«Calcio», p. 92}}</ref> compreso nella prima metà degli anni 1930, in cui monopolizzò il [[Calcio in Italia|calcio tricolore]], stabilendo un record durato ottantadue stagioni.
 
Composta da calciatori di rilievo, tra i quali [[Gianpiero Combi]], [[Virginio Rosetta]], [[Umberto Caligaris]], [[Giovanni Ferrari]] e [[Felice Borel]], assieme agli [[Oriundo|oriundi]] [[Luis Monti]], [[Renato Cesarini]] e [[Raimundo Orsi]], la Juventus divenne la prima formazione nella storia del [[Calcio in Italia|calcio italiano]] a vincere cinque [[Serie A|campionati nazionali]] consecutivi, titoli conquistati tra il [[Serie A 1930-1931|1930-31]] e il [[Serie A 1934-1935|1934-35]]. Contemporaneamente raggiunse le semifinali della [[Coppa dell'Europa Centrale]] per quattro anni consecutivi, confermandosi una delle migliori squadre [[Europa|continentali]] del [[periodo interbellico]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.iffhs.de/?c04790d857dc2c03f4d85fc8f15a85fdcdc3bfcdc0aec70aeeda8a3ec600|titolo=Central European Cup record (1927-1945): Marathon Table|editore=International Federation of Football History & Statistics|accesso=9 gennaio 2009}}</ref><ref>{{cita news|lingua=en|url=http://www.iffhs.de/?a413f0e03790c443e0f40390b41be8b01905fdcdc3bfcdc0aec70aeedb883ccb05ff1d|titolo=Europe's Club of the Century|pubblicazione=International Federation of Football History & Statistics|data=10 settembre 2009|accesso=14 settembre 2009}}</ref>
 
Allenatore della Juventus in quattro delle cinque vittoriose stagioni fu [[Carlo Carcano]], uno dei precursori del cosiddetto ''[[Metodo (calcio)|Metodo]]'', mentre molti giocatori di quella compagine andarono a formare il nucleo della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale italiana]] che si aggiudicò le vittorie nella [[Coppa Internazionale]], progenitrice del [[Campionato europeo di calcio|campionato d'Europa]] e, soprattutto, nella [[Campionato mondiale di calcio 1934|Coppa del mondo del 1934]].<ref name=RSSSF2>{{cita web|lingua=en|url=http://rsssf.com/tablesi/ital-intres1930.html|titolo=Italy – International Matches 1930-1939|editore=The Record Sport Soccer Statistics Foundation|accesso=9 gennaio 2009}}</ref> Nel pieno di tale periodo d'oro, importante anche per l'enorme [[Quinquennio d'oro#Impatto nella società italiana|impatto sociale]] che aveva generato,<ref name=Pennacchia>{{Cita|Pennacchia|p. 106}}</ref> la società torinese inaugurò nel 1933 lo [[Stadio Olimpico Grande Torino|stadio Comunale]].<ref name="Stadio Olimpico di Torino">{{cita|Stadio Olimpico di Torino}}</ref>
 
== Lo schema tattico ==
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[[File:FBC Juventus 1931-32 - Festa Scudetto.jpg|thumb|upright=1.2|left|Festeggiamenti tra i tifosi e i calciatori juventini per il 4º scudetto vinto dalla società torinese, il [[Serie A 1931-1932|12 giugno 1932]] dopo il pareggio 2-2 contro la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] allo [[Stadio di Corso Marsiglia]], per la 34ª e ultima giornata del [[Serie A 1931-1932|campionato nazionale]]]]
 
La gara di ritorno si giocò quattro giorni dopo sul campo di Corso Marsiglia. Alla fine del primo tempo, la Juventus vinceva per 2 a 0 con reti di Renato Cesarini, [[capocannoniere]] del torneo con 5 reti,<ref name=capocannoniere>{{cita web|lingua=en|url=http://www.rsssf.com/tablesm/mittops.html|titolo=Central European Cup Topscorers (1927-1940)|editore=The Record Sport Soccer Statistics Foundation|accesso=9 gennaio 2009}}</ref> e di “Mumo” Orsi. All'inizio della seconda parte della partita, il portiere dello Slavia [[František Plánička]] – chi è stato insieme a [[Gianpiero Combi|Combi]] e [[Ricardo Zamora|Zamora]] il miglior portiere della sua epoca –, si accasciò al suolo «come morto» mentre l'azione di gioco era lontana dalla sua area, probabilmente colpito da una pietra lanciata dai tifosi juventini, infastiditi per il gioco eccessivamente ostruzionistico degli ospiti, ma quello fu un evento mai verificato. I suoi compagni dapprima lo circondarono e poi lo trasferirono di peso negli spogliatoi, senza ritornare più in campo. Lo Slavia, infatti, si ritirò e, conseguentemente, il direttore di gara Miesz sospese la partita. I medici della Juventus visitarono negli spogliatoi il portiere cecoslovacco ma non riscontrarono tracce di lesioni. Poteva essersi trattato di un malore, ma si sospettò subito che questo gesto antisportivo della formazione ospite non servisse altro che a ottenere a tavolino la qualificazione per la finale. I giocatori bianconeri, convinti della loro innocenza, andarono in vacanza per riposarsi, in attesa della finale, programmata all'inizio per la fine di agosto dello stesso anno, ma mai disputata, in quanto il Comitato Organizzatore della Coppa, con un provvedimento molto controverso, squalificò entrambe le squadre e assegnò d'ufficio il titolo di campione all'altra squadra finalista del torneo, il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]].
 
=== Stagione 1932-33: il tris nazionale ===
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[[File:FBC Juventus - 1930s - Luis Monti.jpg|thumb|upright|Il «centromediano che cammina» [[Luis Monti]], uomo-cardine della squadra bianconera degli anni 1930 e [[Campionato mondiale di calcio 1934|campione del mondo nel 1934]] con l'[[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]]]]
 
Il calendario del campionato fu modificato nella seconda metà del [[girone di ritorno]] come conseguenza della partecipazione della Nazionale ai [[Campionato mondiale di calcio 1934|Mondiali di calcio in Italia]], gli azzurri vinsero il [[Coppa Jules Rimet|trofeo]] con ben [[Convocazioni per il campionato mondiale di calcio 1934#Italia|nove giocatori della squadra torinese]] (cinque furono titolari durante il torneo) tra i ventidue convocati.<ref name=RSSSF2/> Tale gruppo di calciatori, che è stato l'asse portante dell'[[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]] di [[Vittorio Pozzo|Pozzo]] durante le prime due edizioni della [[Coppa Internazionale]]<ref name="Coppa Internazionale">Torneo per squadre nazionali antesignano dell'attuale [[Campionato europeo di calcio|campionato europeo]] anche conosciuto come ''Coppa Antonin Švehla''. Dopo la [[seconda guerra mondiale]] il campionato ha presso il nome di ''Coppa Dr. Gerö'', cfr. {{cita web|lingua=en|url=http://www.rsssf.com/tablesd/drgero.html|titolo=Coppa Dr. Gerö|editore=The Record Sport Soccer Statistics Foundation|accesso=26 settembre 2008}}</ref> (nei periodi [[Coppa Internazionale 1927-1930|1927-1930]] e [[Coppa Internazionale 1931-1932|1931-1932]]), durante la fase di preparazione pre-mondiale<ref name=RSSSF2/> e anche durante il [[Mondiali di calcio Italia 1934|Mondiale del 1934]], sarà ricordato come la ''[[Juventus Football Club e Nazionale di calcio dell'Italia#Anni 1930: La Nazio-Juve|Nazio-Juve]]''.<ref>{{cita web|lingua=sl|url=http://www.juventus.si/fc_juventus_predstavitev.htm|titolo=FC Juventus: Predstavitev|accesso=6 marzo 2009}}</ref><ref>{{Cita|Minoli}}</ref><ref>{{cita news|autore=Mario Pennacchia|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/luglio/16/uomini_oro_della_Juve_mondiale_ga_0_9807164523.shtml|titolo=I 17 uomini d'oro della Juve mondiale|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=16 luglio 1998|accesso=26 giugno 2009}}</ref>
 
Archiviata l'avventura del mondiale, il portiere [[Gianpiero Combi]], campione del mondo con la Nazionale azzurra in qualità di [[capitano (calcio)|capitano]] e [[Calciatori plurivincitori del campionato italiano|pluricampione d'Italia]], lasciò la società juventina dopo undici anni e, dopo il trionfo nella Coppa Internazionale nel 1935,<ref name=RSSSF2/> la ''Squadra Azzurra'' e l'attività sportiva.<ref name=Combi>{{cita web|url=http://www.figc.it/it/3178/2159/SchedaPersonaggio.shtml|titolo=Speciale azzurri: Calciatori – Gianpiero Combi|editore=Federazione Italiana Giuoco Calcio|accesso=9 gennaio 2009}}</ref>
 
=== Stagione 1934-35: Juventus pentacampione d'Italia ===
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== Impatto nella società italiana ==
Il cosiddetto ''Quinquennio d'oro'' della Juventus, oltre a costituire il [[Calcio in Italia#La Serie A|primo grande ciclo di vittorie]] di una [[squadra di calcio]] [[italia]]na dall'istituzione del [[Serie A|campionato a girone unico]],<ref name="Armstrong, Giulianotti 1">{{Cita|Patrick Hazard, David Gould|titolo=Three Confrontations and a Coda: Juventus of Turin and Italy|p. 209|Fear and Loathing in World Football}}</ref> ebbe un forte impatto [[Società (sociologia)|sociale]] nella storia della Nazione precedente alla [[seconda guerra mondiale]],<ref>{{cita video|autore=Giovanni De Luna|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/100-secondi/13551/default.aspx|titolo=100 secondi: Nasce la Juventus|editore=''[[Rai Storia|RAI Storia]]''|tempo=0:00:46|accessoanno=1º settembre 2014}}</ref> rendendo la squadra bianconera negli anni successivi la ''fidanzata d'Italia''<ref name="Brera">{{Cita|Brera|pp. 81; 114}}</ref> in merito alla diffusione lungo tutta la Penisola sia dei trionfi che della passione e del tifo juventino, che la porteranno a diventare la prima entità sportiva con una tifoseria di carattere «[[nazione|nazionale]]» in un'epoca dove i tifosi di club erano concentrati nella propria [[città]] o, al più, regione d'origine.<ref name="Papa">{{Cita|Papa|p. 271}}</ref>
[[File:FBC Juventus - 1935 - Tifosi (Torino Porta Nuova).jpg|thumb|upright=1.2|I [[Tifoseria della Juventus Football Club|tifosi bianconeri]] festeggiano l'arrivo della Juventus alla [[Stazione di Torino Porta Nuova]] nel 1935, all'apice del ''Quinquennio d'oro'']]
 
L'enorme popolarità della società bianconera all'inizio degli anni 1930, come osservò lo [[Storiografia|storico]] [[Torino|torinese]] [[Aldo Agosti]], «era il risultato di una serie particolare di fattori: un'ineguagliata catena di successi, propiziati e accompagnati da un gioco spettacolare, un contributo decisivo dato alle fortune della Nazionale che nel 1934 conquistò la Coppa Rimet [all'epoca nota come ''[[Coppa Jules Rimet|Trophée Victoire]]'', antenata dei mondiali, e anche una sapiente costruzione di immagine, che si alimentava di una crescente diffusione delle cronache sportive sui quotidiani».<ref>{{Cita|Aldo Agosti|titolo=Juve {{sic|anni 30}}. Il successo del pragmatismo|p. 913|Dizionario di un secolo del calcio italiano}}</ref> Inoltre, la continua associazione della Juventus a «una classe e uno stile elevati a dignità artistica e ad esempio di cavalleresca sportività» sui [[Mezzo di comunicazione di massa|mass media]] nazionali dai primi anni del Quinquennio fu un altro fattore importante per estendere la popolarità del club nel resto del Paese,<ref name="Agosti"/><ref name="Papa"/> processo che sarebbe stato compiuto nella prima metà degli anni 1950.<ref>{{cita news|autore=Giovanni De Luna|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,0236_01_2005_0218_0005_1825420/|titolo='Toro', e l'Italia del dopoguerra tornò a sognare|pubblicazione=La Stampa|data=10 agosto 2005|p=5|accesso=5 febbraio 2011}}</ref>
 
Paradossalmente, un altro motivo per cui i simpatizzanti al calcio divennero juventini al di là dell'elemento sportivo durante quel periodo, come venne segnalato dal prof. della [[Università degli Studi di Torino|Università di Torino]] [[Giovanni De Luna]], fu l'alternativa che il club bianconero rappresentava – e tuttora rappresenta – al [[campanilismo]] inerente nelle [[:Categoria:Tradizioni popolari italiane|tradizioni regionali]] in quanto era ritenuto un «strumento di ribellione» contro i capoluoghi locali,<ref>{{cita video|autore=Giovanni De Luna|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/100-secondi/13551/default.aspx|titolo=100 secondi: Nasce la Juventus|editore=''[[Rai Storia|RAI Storia]]''|tempo=0:01:13|accessoanno=1º settembre 2014}}</ref><ref>{{Cita|Giovanni De Luna|titolo=Il tifo pro e contro l'Italia. Un laboratorio dell'identità nazionale|p. 1492|Dizionario di un secolo del calcio italiano}}</ref> ideologia che sarebbe andata ad accentuarsi durante la seconda metà del decennio successivo con il [[Dopoguerra#L'inizio del secondo dopoguerra per l'Italia|secondo dopoguerra]] e l'istituzione della [[Italia repubblicana|Repubblica]].<ref>''Ibid.'' pp. 713; 915</ref>
 
{{Citazione|[...] La Juventus gioca bene, vince sempre e non è né lombarda, ne emiliana, né veneta, né toscana: appartiene a una regione che ha innervato l'esercito e la burocrazia nazionali: di quella regione il capoluogo è stato anche capitale d'Italia [...] Nessuna città periferica aveva contratto odii nei suoi confronti, all'epoca dei Comuni. Essa batteva ormai le decadenti squadre del Quadrilatero [piemontese] e offriva agli altri italiani la soddisfazione di umiliare le città che nel Medio Evo avevano spadroneggiato: i romagnoli andavano in visibilio quando Bologna veniva mortificata dalla Juventus così come i lombardi di parte ghibellina come pavesi e comaschi quando le milanesi venivano battuti in breccia, e ancora i lombardi che avevano squadre proprie come bergamaschi, bresciani e cremonesi, e le vedevano puntualmente vendicate dalla Juventus.|[[Gianni Brera]], ''Storia critica del calcio italiano'', 1975<ref name="Brera 2">{{Cita|Brera|p. 114}}</ref>}}
[[File:Naz italia-1934.jpg|thumb|upright=1.2|left|La [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale italiana]] del 1934, per la prima volta [[Campionato mondiale di calcio 1934|campione del mondo]], con cinque elementi della ''Juve del Quinquennio'' tra i titolari – [[Gianpiero Combi|Combi]], [[Luis Monti|Monti]], [[Luigi Bertolini|Bertolini]], [[Giovanni Ferrari|Ferrari]] e [[Raimundo Orsi|Orsi]] – su nove convocati bianconeri]]
 
Oltre alla sua popolarità, la supremazia della Juventus nel calcio italiano e il consenso che suscitava come squadra che rappresentava la totalità della popolazione, in particolare fra coloro che [[emigrazione|emigrarono]] a [[Torino]] per lavorare nella [[FIAT]] durante gli anni 1930, fecero del club la ''squadra d'Italia'', appellativo che ancora identifica la società bianconera principalmente all'estero.<ref name="Armstrong, Giulianotti 2">{{Cita|Patrick Hazard, David Gould|titolo=Three Confrontations and a Coda: Juventus of Turin and Italy|pp. 208-209|Fear and Loathing in World Football}}</ref><ref>{{cita news|lingua=es|autore=Santiago Siguero|url=http://www.marca.com/2009/02/15/futbol/futbol_internacional/1234690249.html|titolo=Inter-Milan, el derbi de Europa|pubblicazione=Marca|data=15 febbraio 2009|accesso=9 gennaio 2011}}</ref> Tali fattori, insieme alla [[Juventus Football Club e Nazionale di calcio dell'Italia|presenza massiccia]] dei calciatori juventini in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] – decisiva nei successi degli azzurri durante l'era [[Vittorio Pozzo|Pozzo]] –, avendo contribuito a.e. nove uomini nella vittoria contro l'[[Nazionale di calcio dell'Ungheria|Ungheria]] per la [[Coppa Internazionale|Coppa Internazionale di calcio]] nel [[Coppa Internazionale 1933-1935|1933]],<ref name="Brera 3">{{Cita|Brera|p. 127}}</ref> le permisero di occupare un posto importante nella [[memoria collettiva|memoria storica]] [[italia]]na,<ref name="Armstrong, Giulianotti 2"/> favorendo il fenomeno di «nazionalizzazione» in modo tale che il club poté svolgere quello che sarebbe il ruolo più decisivo nella formazione di un'identità nazionale attraverso lo sport<ref>{{Cita|Clark|pp. 125 sqq.}}</ref> pur non essendo mai favorevole né gradito all'allora [[Storia dell'Italia fascista|regime]] «perché aveva nel suo direttivo antifascisti come [[Giovanni Mazzonis|Mazzonis]] ed era tra le poche a non imporre ai giocatori la "[[Simbologia fascista|cimice]]" fascista sulla giacca della divisa».<ref>{{Cita|Aldo Agosti|titolo=Juve {{sic|anni 30}}. Il successo del pragmatismo|p. 914|Dizionario di un secolo del calcio italiano}}</ref> Tale processo provocò il – ancora vigente – [[dualismo]] tra il [[Tifo sportivo|tifo]] [[capitale (città)|capitolino]] e il tifo [[provincia]]le, manifestato nei confronti della Juventus sia in un certo livello di avversione presente in alcune città del [[Italia settentrionale|Nord]] quali [[Milano]] e [[Bologna]] e del [[Italia centrale|Centro]] quali [[Firenze]] che nell'affetto e l'ammirazione immutata per la squadra bianconera in provincie come la [[Brianza]], la [[Romagna]], la [[Piana di Lucca|Lucchesia]] e la [[Garfagnana]] e, soprattutto, come sostenne il giornalista [[Luigi Palumbo|Gino Palumbo]], in regioni lontane da [[Torino]] quali il [[Italia meridionale|Sud]]:
 
{{citazione|L'amore del Sud per la Juventus scaturisce dal gioco dei contrasti: la Juventus del Quinquennio ha caratterizzato l'evoluzione del calcio italiano e ha dominato per lungo tempo il campionato, ha dato esempio di rigorosa organizzazione, di equilibrio tecnico, di elevato spirito sportivo, proprio nel periodo più oscuro del calcio meridionale, allorché nel Sud il football era ancora in una fase pionieristica e confusa, e ancora non si intravedono i segni del suo sviluppo... Mancano nel Sud, nei confronti della Juventus, quelle venature di asprezza, di invidia, di risentimento che scaturiscono dalla rivalità. Genova si sentiva ferita... Milano e Bologna vedevano nella Juve un'antagonista... Nel Sud, no. Non c'erano motivi di contrasto, non esistevano ambizioni rivaleggianti<ref>''Ibid.'', pp. 914-915.</ref>}}
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=== Pubblicazioni varie ===
* {{cita web|url=https://web.archive.org/web/20101227080659/http://juventus.com/site/ita/JPL_stadioolimpico.asp|titolo=Juventus Places: Stadio Olimpico di Torino|editore=Juventus Football Club S.p.A|accesso=26 settembre 2008|cid=Stadio Olimpico di Torino}}
* {{cita TV|autore=[[Giovanni Minoli]] (a cura di)|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/video/gli-azzurri-campioni-del-mondo/966/default.aspx|titolo=Vittorio Pozzo: Quando il calcio parlava italiano|trasmissione=[[La Storia siamo noi]]|canale=[[Rai Storia|RAI Storia]]|produttore=[[Rai Educational|RAI Educational]]|data=15 giugno 2008|accesso=10 aprile 2010|cid=Minoli}}
 
=== Videografia ===
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== Collegamenti esterni ==
* {{Cita TV|autore=[[Massimo Bernardini]], Alessandra Bisegna, Francesco Cirafici e Cristoforo Gorno|trasmissione=[[Il tempo e la storia]]|stagione=1|episodio=20|titolo=Calcio {{sic|anni '30}}|canale=[[Rai 3|RAI 3]]|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/calcio-anni-30/23570/default.aspx|data=9 dicembre 2013|accesso=9 aprile 2014|minuto=42|secondo=23|cid=Bernardini|etal=s|produttore=[[Rai Cultura|RAI Educational]]}}
* {{cita pubblicazione|url=http://www.juventus.com/it/news/speciali/scudetto-2015-2016/i-due-quinquenni-juventus-1935-2016-scudetto.php|titolo=I due quinquenni|pubblicazione=Juventus Special|editore=Juventus Football Club S.p.A.|data=29 aprile 2016}}