Pecetto Torinese: differenze tra le versioni

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La volta del [[presbiterio]], suddivisa dai [[Costolone|costoloni]] gotici in quattro scomparti triangolari, è affrescata con scene che raffigurano l'<nowiki/>''Incoronazione della Vergine'', il ''Martirio di [[San Sebastiano]]'', i [[Evangelista|''quattro'' ''Evangelisti'']] e le ''Tentazioni di [[Antonio abate|Sant'Antonio]]''; la perizia e lo stile dell'autore, forse il chierese Guglielmetto Fantini, lo avvicinano alla scuola del più celebre [[Giacomo Jaquerio]]. Sulla parte di fondo si trova la imponente [[Crocefissione]] affrescata da [[Antonio de' Manzanis]] i cui personaggi indossano costumi del XV secolo. Sempre nel presbiterio, sulla sinistra rispetto all'[[altare]] maggiore, è collocato un grande altare ligneo sovrastato da una tela dipinta nel [[1631]], che raffigura la ''Madonna col Bambino fra i Santi Giuseppe, Sebastiano, Fabiano e Romualdo''; di fronte, sulla parete di destra, si trovano due quadri di scuola lombarda che rappresentano l'''Ultima cena'' e la ''Lavanda dei piedi''. La navata sinistra è interamente affrescata con figure di santi: da notare nella [[volta a crociera]] della terza campata quattro episodi della ''Leggenda del miracolo di [[Santo Domingo de la Calzada]]'', sulla [[lunetta]] un affresco con la ''Vergine che allatta il Bambino'' e, sul sottarco della seconda campata, l'immagine della ''Vergine con il Bambino''.
 
Di fronte alla chiesa sorgono due [[cipresso|cipressi]] che le conferiscono un inconfondibile aspetto e sono pertanto diventati parte della sua [[iconografia]].
 
[[Immagine:PecettoTorinese.jpg|thumb|La chiesa parrocchiale]]
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=== La parrocchia di Santa Maria della Neve ===
 
L'attuale parrocchia di Santa Maria della Neve fu costruita tra il [[1739]] ed il [[1742]], su progetto dell'architetto [[Bernardo Antonio Vittone]], utilizzando materiale di recupero proveniente da una chiesa esistente nello stesso luogo. L'antica torre del [[ricetto]] e un campanile risalente alla fine del Settecento la fiancheggiano formando un complesso composito tipico nello stile architettonico [[piemonte]]se. L'interno è costituito da un'unica grande navata, con [[volta a botte|soffitto a botte]], susulla cuiquale si affacciano sei cappelle, e; conserva diverse sculture lignee provenienti dall'ormai distrutto [[Eremo dei Camaldolesi]], tra le quali, ai lati del presbiterio, due porte scolpite del [[XVII secolo]], attribuite all'intagliatore [[Congregazione camaldolese|camaldolese]] [[Carlo Amedeo Botto]].<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-amedeo-botto_(Dizionario-Biografico)/ Rosalba Amerio Tardito, ''Botto, Carlo Amedeo'', su Enciclopedia Treccani ''on line'']</ref> In fondo all'[[abside]] si trova il maestoso quadro del [[Rapous]] con la ''Madonna circondata dai compatroni di Pecetto'', (Giacinto, Grato e Sebastiano). L'altare maggiore, disegnato dal Dell'Ala di [[Beinasco]] è realizzato in [[marmo]] nero [[intarsio|intarsiato]] con pietre [[policromia|policrome]] di diversa provenienza. L'[[Organo (strumento musicale)|organo]] è di Giovanni Battista Concone.
[[File:Pecetto (TO), chiesa dei Batu', altare settecentesco (Fab18 set2006).jpg|alt=Pecetto Torinese, Chiesa dei Batù, altare ligneo settecentesco, prima dei restauri del 2011.|sinistra|miniatura|161x161px|Chiesa dei Batù, altare ligneo settecentesco, prima dei restauri del 2011.]]
 
=== La chiesa della Confraternita dei Battuti ===
 
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=== Altri edifici di pregio ===
* Verso la strada che porta alla Valle Sauglio è situata la villa settecentesca detta'''Villa Il"il Ghiotti"''', detta anche o "il Tarino", nota per aver ospitato Gegia Marchionni, amante di [[Silvio Pellico]]. A '''Villa Bergalli''' invece, situata sul pendio del Bric della Croce, negli anni venti del Novecento, trascorreva le vacanze estive e autunnali la scrittrice [[Annie Vivanti]].
 
* Quasi al margine nord del confine comunale, poco distante dall'Eremo dei Camaldolesi, si trova la rimarchevole '''cascina Margaria''', già esistente all'inizio del XVIII secolo; adagiata al centro di vasto declivio erboso, è testimone della vocazione agricolo-pastorale dell'area.
Verso la strada che porta alla Valle Sauglio è situata la villa settecentesca detta Il Ghiotti o il Tarino, nota per aver ospitato Gegia Marchionni, amante di [[Silvio Pellico]]. A Villa Bergalli invece, situata sul pendio del Bric della Croce, negli anni venti del Novecento, trascorreva le vacanze estive e autunnali la scrittrice [[Annie Vivanti]].
 
== Economia ==
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Si tratta di una costruzione ad uso conventuale voluta da [[Carlo Emanuele I di Savoia]] che nel [[1559]] fece voto di erigere un grande convento se fosse terminata l'epidemia di [[peste]] che aveva colpito la zona. Nel [[1601]] affidò i lavori all'architetto [[Ascanio Vitozzi]], che ebbero inizio nella località Monveglio. L'edificio sorse nel [[1606]], immerso in un parco ricco di pini, [[cipresso|cipressi]] e [[Cedrus|cedri]]. Per ogni [[eremitaggio|eremita]] l'architetto aveva previsto una casetta indipendente con un pozzo interno, una cella, un [[oratorio (architettura)|oratorio]] e un piccolissimo [[orto (agricoltura)|orto]]. Una chiesa bianca dominava le celle. Nei due secoli di vita del monastero vennero concentrate, oltre ad una ricca biblioteca, diverse opere d'arte: Beaumont, [[Giovanni Battista Bernero|Bernero]], [[Vittorio Amedeo Cignaroli|Cignaroli]], dei fratelli Pozzo, per non citarne che alcuni.
 
Nel [[1801]], con l'occupazione francese, ebbe inizio lo smantellamento. Nel [[1809]] fu messo all'asta ed acquistato dal banchiere Ranieri. Il monastero venne poi acquisito alla [[Curia diocesana|curia]] nel [[1874]], per essere adibito a sede estiva del [[Seminario]]. I lavori di ristrutturazione fecero perdere completamente la fisionomia delle antiche vestigia. Oggi i resti della proprietà sono stati demoliti e al suo posto sorge un edificio che ospita una sezione dell'Ospedale Maggiore di Torino. Le uniche testimonianze dello splendore del passato sono il campanile e la cappella dell'Ordine dell'Annunziata.[[File:Eremo dei Camaldolesi.jpg|miniatura|La "Torre dell<nowiki>''</nowiki>Eremo dei Camaldolesi"]]
 
=== La Torre dell’Eremo ===
Poco distante dall'Eremo, ma nettamente distinto da esso, si trova un complesso noto come "Torre dell'Eremo" per via della costruzione che lo caratterizza, non precedente al XVIII secolo.
 
Un tempo proprietà dalla Provincia Ligure e Piemontese dei [[Chierici regolari di Somasca|Padri Somaschi]], è stata da questi ultimi donata nel 2004 al [[Servizio missionario giovani|Sermig]], che ne ha promosso il recupero, dopo anni di abbandono.<ref>{{Cita news|lingua=it-it|cognome=andreagotico|url=http://www.sermig.org/il-progetto|titolo=Il Progetto|pubblicazione=Sermig|accesso=2017-07-12}}</ref>
 
Tra il 2008 e il 2009 è stato redatto, da un gruppo di professionisti architetti ed ingegneri, un progetto di recupero ed ampliamento del complesso della Torre dell'Eremo, con lo scopo di riqualificare il fabbricato e di modificarlo al fine di dargli una nuova destinazione d'uso che lo rendesse utilizzabile ed attivo.
Il progetto di restauro prevedeva la demolizione (che fu autorizzata) della porzione che ospitava i servizi igienici poiché la sua collocazione, oltre a non essere congrua con la restante parte del complesso, impediva la visuale della torre, limitandone la percezione formale e di conseguenza l'identità originaria del complesso. In tutto il corpo di fabbrica sono stati rimossi tutti gli infissi in legno sostituiti con altri della stessa fattura.