Montgomery Clift: differenze tra le versioni

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approfondito due film, Io confesso e Stazione Termini
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=== Gli anni del successo (1951-1956) ===
''Un posto al sole'' rappresentò il definitivo lancio della carriera di Clift, che conquistò critica e pubblico con la sua recitazione moderna e realistica e gli valse la sua seconda ''nomination'' agli [[Oscar al miglior attore|Oscar.]] Da questo momento molti registi iniziarono a cercarlo per affidargli ruoli psicologicamente complessi, con cui il giovane attore consoliderà la sua fama: innegli ''[[Ioanni confesso (film)|Io confesso]]'' (1952) di [[Alfred Hitchcock]], interpretò con efficacia il tormento interiore di Padre Logan, un prete accusato ingiustamente di omicidio, ma che ha ricevuto in confessione il vero nome dell'assassino; in ''[[Stazione Termini (film)|Stazione Termini]]'' (1953) girato a [[Roma]] insieme a [[Jennifer Jones (attrice)|Jennifer Jones]] e diretto da [[Vittorio De Sica]]; in ''[[Da qui all'eternità]]'' (1953) in cui fu nuovamente diretto da Fred Zinnemann e recitò accanto a [[Burt Lancaster]], [[Deborah Kerr]] e [[Frank Sinatra]], ottenendo un'ulteriore candidatura agli Oscarsuccessivi.
 
In ''[[Io confesso (film)|Io confesso]]'' ([[1952]]) di [[Alfred Hitchcock]], interpretò con efficacia il tormento interiore di Padre Logan, un prete accusato ingiustamente di omicidio, ma che ha ricevuto in confessione il vero nome dell'assassino; Clift si preparò scrupolosamente per il ruolo, imparando addirittura la messa in latino, ma la sua tecnica di recitazione basata sull'improvvisazione si scontrò con gli scrupolosi ''[[storyboard]]'' del regista inglese, che invece preferiva lavorare con una pianificazione rigorosa delle riprese. Il film lasciò tiepidi pubblico e critica, ma fu molto apprezzato dai registi della ''[[Nouvelle Vague]]'' francese e oggi è ampiamente rivalutato.
 
L'anno seguente [[Vittorio De Sica]], che lo aveva molto apprezzato in ''[[Io confesso (film)|Io confesso]]'', lo volle in ''[[Stazione Termini (film)|Stazione Termini]]'' ([[1953]]), una coproduzione italoamericana girata a [[Roma]], anche se Clift fu a lungo indeciso se accettare il ruolo; la lavorazione del film fu difficoltosa e sul set la coprotagonista [[Jennifer Jones (attrice)|Jennifer Jones]] (moglie del produttore del film [[David O. Selznick]]) si innamorò dell'attore e rimase esterrefatta quando seppe che era omosessuale.<ref>{{Cita libro|nome=Michelangelo|cognome=Capua|titolo=Montgomery Clift : vincitore e vinto|url=https://www.worldcat.org/oclc/44642535|edizione=1. ed|data=2000|editore=Lindau|p=78 e seg.|OCLC=44642535|ISBN=8871802373}}</ref> Anche questo film, nonostante la collaborazione di [[Truman Capote]] ai dialoghi, non convinse nè pubblico nè critica.
 
L'attore ritornò al grande successo con il suo film seguente, ''[[Da qui all'eternità]]'' (1953) in cui Clift fu nuovamente diretto da Fred Zinnemann e recitò accanto a [[Burt Lancaster]], [[Deborah Kerr]] e [[Frank Sinatra]], ottenendo un'ulteriore candidatura agli Oscar.
 
Clift sceglieva con molta accuratezza i copioni, spesso intervenendo sulla sceneggiatura per asciugarne i dialoghi, e scartando molte proposte che non lo convincevano. Rifiutò ruoli da protagonista in film come ''[[Viale del tramonto|Viale del Tramonto]]'', ''[[Fronte del porto]]'', ''[[La valle dell'Eden]]'', che poi ebbero molto successo e portarono alla fama colleghi come [[Marlon Brando]] e [[James Dean]]. Ebbe sempre un rapporto conflittuale con [[Hollywood]] e con i produttori cinematografici, rifiutando di adeguarsi alla loro logica del profitto e alle regole promozionali dello ''[[Divismo|star system]],'' e non volle mai trasferirsi ad Hollywood, che detestava, preferendo risiedere sempre a [[New York]].