Nadežda Konstantinovna Krupskaja: differenze tra le versioni

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→‎Teoria e pratica pedagogica: 1917-1939: specificazione in lingua originale
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=== Teoria e pratica pedagogica: 1917-1939 ===
In questi anni, assieme a figure come Lenin e [[Anatolij Vasil'evič Lunačarskij|Lunačarskij]], partecipa come pedagogista alla realizzazione di una nuova scuola, cercando di rendere attuale la riflessione di [[Marx]] sull'esigenza di un "uomo nuovo" sviluppato "onnilateralmente" attraverso l'abitudine al lavoro collettivo e una preparazione politecnica, prendendo le distanze dalla "scuola del lavoro" di [[Georg Kerschensteiner|Kerschensteiner]]. Questa scuola, (trudovaja škola) introdotta dalla riforma del 1918, viene definita di "cultura generale e politecnica" e si propone di integrare [[lavoro intellettuale]] e lavoro manuale (produttivo). Secondo alcuni studiosi, questo progetto ebbe difficoltà nell'integrazione con il lavoro intellettuale sistematico e non direttamente finalizzato alla produzione, artigianale o su scala industriale, che avrebbe portato alla realizzazione pratica degli ideali [[marxismo|marxisti]].<ref>F. Cambi, ''Le pedagogie del Novecento'', 2006.</ref>
L'ulteriore riforma scolastica del 1923 introduce infatti importanti modifiche, in particolare ridefinisce gli scopi della scuola, individuandoli non più nell’autoformazione della personalità, ma nella formazione del comunista e del lavoratore. La K. diresse, presiedendo il GUS, il Soviet scientifico di Stato interno al Ministero dell'Istruzione (Narcompros), sia la redazione del Nuovo Statuto della Scuola Unica di Lavoro, sia i Nuovi Programmi di insegnamento. La formazione della' "uomo collettivo" non poteva considerarsi l’esito scontato dell’autosviluppo, non poteva nascere dalla spontaneità, ma richiedeva un sistematico intervento di tipo pedagogico. La nuova metodologia, chiamata “metodo dei complessi”, si riagganciava alla pedagogia scientifica e in particolare era influenzata dalle idee di [[Ovide Decroly]]. L’intero sistema educativo, dalla scuola elementare all’università, si articolava per complessi di idee, progressivamente sempre più ricchi di specificazioni, il cui filo conduttore però rimaneva sempre la prospettiva marxista.