I promessi sposi: differenze tra le versioni

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==== Gli umili, i grandi e l'invenzione ====
I personaggi, in virtù del genere compositivo adottato da Manzoni, si distinguono in due tipologie di personaggi: quelli inventati dall'autore, che la storia dei grandi non ha lasciato traccia, ovvero gli ''umili''; e i grandi personaggi della storia - quali il cardinale Federigo, la monaca di Monza, il governatore Gonzalo de Cordova - che sono posti a far da contorno ai protagonisti, che nell'economia manzoniana sono i primi delle due categorie<ref>{{Cita|Tellini|p. 114}}:{{Citazione|Questa prospettiva d'una storia senza eroi, sconosciuta agli storici ''ancien régime''... porta alla ribalta la sorte dei conquistati. Per Manzoni una tale storiografia dei vinti è sussidio prezioso per una conoscenza critica che si addentri nella parte nascosta e recondita degli eventi politici.}}</ref>. Concezione formulata a suo tempo dal colloquio con [[Augustin Thierry]]<ref>{{Cita|Macchia|p. 62}}{{Citazione|Ed è significativo che abbia influito sul Manzoni romanziere una figura di storico e romanziere, Augustin Thierry, con un suo fondo - scrisse il [[Cesare De Lollis|De Lollis]] - realistico ed antieroico, fisso nella formula ch'egli sentì come una scoperta:"conquête e asservissement, maîtres et sujets", ideoleggiatore del [[Terzo Stato]] nel quale si perpetuava la storia dei vinti, studioso della storia inglese e scozzese.}}</ref>, Manzoni intende rivalutare quelle persone che, perché privi di lignaggio e quindi non sufficientemente importanti, hanno camminato sul palco della storia senza lasciar traccia e che sono oggetto di violenza da parte di eventi più grandi di loro. Grazie a queste condizioni, l'autore può modellare totalmente delle nuove figure umane basandosi esclusivamente sull'invenzione, facendoli vivere nel loro ambiente socio-culturale perché possano trovare una maggior carica realistica nell'espressione della loro personalità<ref name=":6" />. L'invenzione, o come è più comunemente chiamato ''vero poetico'', non si limita a personaggi quali don Abbondio, don Rodrigo, Renzo e Lucia, ma anche ai personaggi storici che si inquadrano in quella ricostruzione storica su cui si basa il ''vero storico''. Quando la storia non riporta i loro pensieri, interviene la poesia:
 
{{Citazione|...la poesia: si, la poesia. Perché, alla fin fine, che cosa ci dà la storia? ci dà avvenimenti che, per così dire, sono conosciuti soltanto nel loro esterno: ci dà ciò che gli uomini hanno fatto. Ma quel che essi hanno pensato, i sentimenti che hanno accompagnato le loro decisioni e i loro progetti, i loro successi e i loro scacchi; i discorsi coi quali hanno fatto prevalere, o hanno tentato di far prevalere, le loro passioni e le loro volontà su altre passioni o su altre volontà, coi quali hanno espresso la loro collera, han dato sfogo alla loro tristezza, coi quali, in una parola, hanno rivelato la loro personalità: tutto questo, o quasi, la storia lo passa sotto silenzio; e tutto questo è invece dominio della poesia.|{{Cita|Manzoni, scritti di teoria letteraria|pp. 111-112}}}}