Muzio Clementi: differenze tra le versioni

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→‎L'opera: Corretto numero di una sonata per pianoforte di Clementi
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Clementi è universalmente conosciuto per la sua monumentale raccolta di studi per pianoforte ''[[Gradus ad Parnassum]]'', costituita da ben cento brani di diverso stile, in cui il compositore riesce a fondere con maestria la bellezza di ogni studio con una tecnica decisamente innovativa per l'epoca; è quindi un'opera che segna il momento in cui la tecnica clavicembalistica cede davvero il passo a quella pianistica. Similmente, le sue [[sonata|sonate]] sarebbero ovunque rimaste una tappa obbligatoria per gli studenti di pianoforte, fino agli ultimi anni del [[XX secolo]]. [[Erik Satie]], un contemporaneo di [[Claude Debussy|Debussy]], avrebbe composto buffe esagerazioni delle sonatine di Clementi (in particolare la [http://www.mutopiaproject.org/cgibin/make-table.cgi?collection=clemson&preview=1 sonatina Op. 36 N° 1]) nella sua ''[[Sonatine Bureaucratique]]''.
 
Clementi compose circa 110 [[sonata|sonate]] per [[pianoforte]]. Alcune di quelle più giovanili e facili, dopo il successo delle sue ''Sonatine (op. 36)'' furono ristampate con il nome di Sonatine e continuano ad essere nello studio del piano comuni pezzi di pratica, il cui valore artistico non sfigura certo a confronto del valore didattico. Purtroppo le sue sonate sono eseguite molto raramente in concerti pubblici, ma ne esistono interpretazioni più che autorevoli, in particolare da parte di Vladimir Horowitz. Alcune sonate, inoltre (e tra di esse innanzitutto le tre dell'op.50, fra cui l'ultima è famosa col titolo di ''Didone abbandonata''), testimoniano la presenza nel tardo Clementi di una sensibilità ormai vicina all'estetica romantica e smentiscono lo stereotipo di un compositore scarsamente espressivo e freddamente tecnico. Celebre è anche la sonata in fa diesis minore op. 25 n. 25, particolarmente vibrante e tesa in una preromantica bellezza.
 
Oltre al repertorio per pianoforte solo, Clementi scrisse molte altre composizioni, comprese diverse sinfonie (recentemente ricostruite), sulle quali lavorò a lungo, pur lasciandole incompiute, e che stanno gradualmente ricevendo l'attenzione della critica musicale contemporanea. Delle quattro sinfonie a noi pervenute, la quarta può essere annoverata tra le sue composizioni più notevoli.